Si è svolta a Milano l’Assemblea pubblica della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica che rappresenta i comparti industriali di Assografici (grafica e cartotecnica), Assocarta (carta) e Acimga (macchine per la grafica e cartotecnica); una filiera che associa più di 20.000 aziende, con circa 175.000 addetti ed un fatturato di oltre 23 miliardi di euro pari all’1,4% del PIL italiano.

Giunto al termine del suo mandato, il presidente uscente della Federazione Paolo Culicchi si è congedato accennando all’impegnativo percorso che si apre ora per la Federazione nell’ottemperare agli obiettivi previsti dalla Riforma Pesenti di Confindustria ed agli sviluppi che necessariamente scaturiranno per Assografici e Assocarta in termini di evoluzione strutturale dell’organizzazione. Il neoeletto presidente della Federazione e di Assografici, ing. Pietro Lironi, ha raccolto il testimone, impegnandosi per un approccio trasparente e condiviso nella gestione del processo di costruzione del progetto federativo.

Prima di illustrare nel dettaglio la proposta del “bonus lettura”, già lanciata alle Istituzioni a Roma e rinnovata in questa sede dalla Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, il prof. Alessandro Nova, dell’Università Bocconi, ha fornito una serie di dati economici di scenario di lungo periodo, sia europei, sia italiani, per consentire di cogliere l’aspetto fondamentale della questione, ossia il collegamento tra l’andamento del prodotto interno lordo e la dinamica dei consumi totali delle famiglie e in particolare quelli di libri e giornali. Il “bonus lettura” nasce proprio da questa premessa collegata ai dati Istat che stimano in oltre 800 mila le persone che nel 2014 sono uscite del mercato della lettura di libri, ai dati Audipress secondo cui, nel 2013, hanno smesso di leggere abitualmente un quotidiano 1,9 milioni di persone e un periodico 3,6 milioni di persone e dalla considerazione che, in Italia, oltre la metà della popolazione legge meno di un libro all’anno. Si tratta di un bonus composto da un «buono di spesa» da attribuirsi a tutti i giovani di età compresa tra 18 e 25 anni che avrebbero la possibilità di acquistare libri, giornali o abbonamenti a riviste o quotidiani, pagando soltanto il 25% del prezzo di copertina, mentre il rimanente 75% verrebbe pagato dallo Stato, fino ad un livello del contributo pubblico pari a 100 euro a testa.

Partendo da questo scenario Andrea Kerbaker ha coordinato la successiva tavola rotonda per raccogliere il punto di vista di Antonio Calabrò, Salvatore Carrubba, Stefano Salis ed Emanuela Scarpellini, sia sulla situazione delineata da Nova, sia sul “bonus lettura”. Nei due giri di tavolo che si sono susseguiti è emersa l’assoluta condivisione dei dati sullo stato di arretratezza culturale dell’Italia, non solo in termini di tassi di lettura, ma di deficit di consumo culturale generale. La storia dei consumi in Italia insegna che due sono i fattori fondamentali per un aumento del consumo di libri: la crescita economica e l’aumento del livello di istruzione. Anche nell’impresa deve poi affermarsi la consapevolezza del ruolo fondamentale che essa può svolgere nella crescita culturale del Paese che garantisce qualità al sistema e che si riverbera positivamente sull’impresa medesima: la crescita imprenditoriale è strettamente connessa alla crescita culturale.

La proposta del “bonus lettura” è stata valutata positivamente da tutti i partecipanti alla tavola rotonda con qualche suggerimento rispetto al target di riferimento: considerare anche i meno giovani che registrano consumi culturali interessanti che possono essere sviluppati, e le donne, che già oggi leggono più degli uomini ed il cui mercato può essere suscettibile di ulteriori allargamenti con politiche mirate. Molta enfasi è stata data in generale alla qualità di ciò che viene pubblicato, con l’esigenza di configurare una razionalizzazione produttiva e un ripensamento del modello distributivo attuale.