Il prossimo incontro tra la Regione, gli enti locali, azienda e parti sociali è già stato programmato per il 2 luglio, dopo quello che si è tenuto il 18 giugno. Sul tavolo, aperto, della trattativa, c’è il futuro dei dipendenti della ex Canale di Borgaro Torinese, acquisita a fine 2018 dalla Elcograf del gruppo Pozzoni. E quindi il destino, avverte un delegato sindacale dello stabilimento, di 140 famiglie.

Per capire la situazione della ex Canale bisogna fare un passo indietro e ricordare – come ha già fatto Stampamedia.net – quel che è successo in questi due anni. Lo storico gruppo piemontese, guidato da Giacomo Canale, era entrato in crisi finanziaria – anche per le difficoltà accusate in generale dal mercato grafico – tanto da aprire una procedura secondo l’articolo 67 della legge fallimentare con la presentazione di un piano in bonis per la ristrutturazione del debito. Una procedura che, senza l’intervento di Elcograf, fanno sapere dal gruppo che fa capo a Mario Pozzoni, avrebbe portato, con la scadenza del periodo di cassa integrazione nel gennaio 2019, alla messa in mobilità di tutti i lavoratori.

A fine 2018, dopo il via libera dei creditori (a partire dalle banche) al piano presentato dalla Canale, la Elcograf aveva acquisito il ramo dell’azienda torinese per una cifra, stimata allora dal mercato, attorno ai 10 milioni di euro. L’accordo prevedeva l’acquisto del ramo d’attività relativo alla stampa roto offset, rappresentato in particolare da due macchine Lithoman di grande formato (80 pagine) e l’affitto di uno dei due capannoni (con la formula del contratto di sei anni più sei) di Borgaro Torinese. L’intesa aveva riguardato il passaggio a Elcograf di tutti i dipendenti (allora circa 190): non solo quelli del reparto roto ma anche i lavoratori impiegati nelle attività di stampa piana e di confezionamento (legatoria). Escluso dal perimetro dell’accordo erano state le macchine piane e le linee di confezionamento, l’affitto del secondo capannone dove si svolgevano queste attività e la G. Canale & C Romania che nelle scorse settimane è stata acquisita dalla Rotolito di Paolo Bandecchi ed è diventata Rotolito Romania.

Contemporaneamente con l’acquisto del ramo d’attività della Canale – operazione che era stata preceduta da intese siglate da Elcograf con i sindacati e anche singolarmente con i lavoratori – era partito il piano di risanamento della ex Canale. Piano tuttora in corso. Il piano prevedeva il ricorso alla cassa integrazione speciale a rotazione per il reparto roto e a zero ore per stampa piana e legatoria e durerà – anche grazie ai prolungamenti degli ammortizzatori sociali previsti dall’emergenza Covid – fino a maggio del 2021. Gli esodi incentivati e il ricollocamento hanno permesso in questo anno e mezzo l’uscita di una cinquantina di lavoratori portando a circa 140 l’attuale forza lavoro impiegata però solo nella stampa roto per cui, a regime, Elcograf prevede una sessantina di addetti.

Le attività di stampa piana e legatoria (a suo tempo non era andata a buon fine l’acquisizione da parte di un altro operatore, come prospettato nel piano) sono state fermate, le macchine vendute dalla ex Canale e il secondo capannone in parte affittato a un’azienda di logistica. All’annuncio dell’acquisizione della ex Canale (roto), Elcograf aveva spiegato questa operazione come importante tassello per aprirsi una porta sul mercato del Nord-Ovest e su quello francese. Strategia che però in questo anno e mezzo è stata fortemente ridimensionata sia dalla perdurante crisi del mercato editoriale e commerciale (acuita dalla pandemia), sia dalla cessione di Mondadori France ai francesi.

L’attuale situazione quindi non può che preoccupare lavoratori e sindacati. Che, spiega Tino Mandricardi, segretario regionale della Uilcom Uil, si aspettano un intervento da parte della Regione. In particolare, sul fronte della possibilità di applicare l’articolo 35 della legge 416 per i prepensionamenti con 38 anni di contributi alla generalità dei dipendenti ex Canale. I prepensionamenti (circa 50-60), conclude Mandricardi, permetterebbero di ridurre a un’ottantina i dipendenti, e quindi, rispetto alla sessantina di lavoratori previsti a regime da Elcograf per la stampa roto, il problema – da affrontare entro la primavera del 2021 – riguarderebbe una ventina di persone.

Di Achille Perego

Foto da Primailcanavese.it

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