Prosegue fino al 17 settembre la mostra “Sotto il segno dei Pesci. Fantasie acquatiche” di Caterina Crepax, artista milanese specializzata nella trasformazione della carta

Sentite già la nostalgia del mare e dei paesaggi acquatici?  Per alleviare il ritorno in città è possibile visitare fino al 17 settembre la mostra “Sotto il segno dei Pesci. Fantasie acquatiche” di Caterina Crepax. L’esposizione, promossa da Comune di Milano Cultura e dall’Acquario e Civica Stazione Idrobiologica, con il contributo di Fondazione Cariplo e in collaborazione con l’associazione culturale “Memorie&Progetti” La mostra è curata da Irene Ivoi  e le opere esposte, quasi tutte inedite, introducono il visitatore in un arcipelago di emozioni di carta i cui protagonisti sono animali acquatici e abiti scultorei.

I pesci sono animali silenziosi, che abitano da sempre l’immaginario di Caterina Crepax perché discreti e assonanti con il suo carattere. Da bambina l’artista li osservava e ci giocava, oggi li traduce in un vocabolario di forme spesso surreali. Visitare questa mostra significa provare a nuotare nel suo sorprendente mondo fatto di migliaia di frammenti e pannelli di carte diverse che Caterina sceglie con destrezza e a cui affida la costruzione dell’esperienza. Animare la carta e tradurla in vite multiformi è una sua passione antica che si è trasformata nella sua indelebile cifra stilistica.

In “Sotto il segno dei Pesci” i protagonisti sono i misteriosi abitanti delle acque, che quasi sempre vivono nel buio degli abissi, e che in questa interpretazione sono variopinti e si materializzano anche in abiti scultorei e arazzi. Una donna acquario ci accoglierà all’ingresso, a partire dal quale il visitatore si troverà proiettato in un viaggio costellato di pesci e altre forme di vita marine. Alcuni sono sospesi come angeli, altri volano come rondini o si posano su fiori blu come api e altri ancora si adagiano su prati come fiori. Alcuni si impigliano tra i capelli e altri ci parlano per enigmi di parole. In dialogo con le sue creazioni, sono esposte le fotografie di Nicola Crepax che hanno come soggetto il mare e le colture di mitili a Trieste; a prima vista sembrano quadri astratti, quasi partiture musicali, immagini come un magico alfabeto sparso sul mare.