Il rischio è che un’altra importante azienda del Torinese esca di scena lasciando senza lavoro oltre settanta famiglie e privando il Piemonte dell’ennesima impresa grafica dopo la fine della lunga storia di Canale di Borgaro Torinese, per cui solo la parte rotooffset è rimasta in attività, acquisita da Elcograf del gruppo Pozzoni.

Stige di San Mauro Torinese, ultra novantenne azienda di stampa della famiglia Martano, attiva nel settore dei libri, del commerciale-pubblicitario e dei volantoni per la Gdo ha, infatti, attivato la procedura per la messa in liquidazione in bonis. Decisione sofferta e comunicata nei giorni scorsi ai sindacati di categoria. Il percorso potrebbe portare nei prossimi mesi alla liquidazione della società e, conseguentemente, all’apertura della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività per gli attuali 77 dipendenti che rimarrebbero senza impiego.

La speranza di Giorgio Martano, però, è che non si arrivi a una fine così dolorosa per Stige che, come molte altre aziende grafiche, ha subito in questi anni gli effetti della crisi strutturale del settore grafico con l’avvento della comunicazione digitale e nell’ultimo anno e mezzo gli effetti negativi della pandemia. A detta di Martano, ad aver dato il colpo finale è stato il fortissimo rincaro delle materie prime (carta, inchiostri ed energia) che hanno eroso la marginalità e reso difficile competere su un mercato dove ci si dà battaglia riducendo i prezzi delle commesse con chi è disposto, pur di far girare le macchine, anche a stampare in perdita.

Quella che una decina di anni fa era un’azienda che impiegava circa 200 persone con una cinquantina di milioni di euro di ricavi operando sia nella stampa piana sia in quella rotooffset con quattro rotative da 16 fino a 72 pagine e 7 macchine a foglio, si era già gradualmente ridimensionata fino agli attuali 77 dipendenti.

Adesso la sfida sembra più difficile. Martano però assicura che comunque “tutto e tutti” saranno pagati e che la liquidazione in bonis non significa necessariamente la chiusura dell’azienda che attualmente è ancora in attività e sta continuando a stampare le commesse in corso. Il percorso verso la liquidazione, infatti, prevede una serie di opzioni: cessione delle quote della società, dismissione totale o suddivisa dei rami aziendali oppure un piano di riorganizzazione e ristrutturazione. Un percorso per cui a San Mauro sperano nell’arrivo di un cavaliere bianco, un partner industriale e/o finanziario ma voci di mercato dicono che già nei mesi scorsi siano stati sondati alcuni grandi stampatori senza ricevere manifestazioni d’interesse.

La liquidazione di Stige preoccupa dipendenti e sindacati. “Tutto il settore è in ginocchio e questa potrebbe essere solo la prima di una serie di chiusure a cascata. Da almeno 20 anni l’industria grafica nella nostra regione è in sofferenza, senza che nessuno abbia pensato a interventi di messa in sicurezza della filiera. Siamo contrari alla sua messa in liquidazione e alla semplice gestione degli esuberi. Chiediamo che si ritiri la liquidazione e che si inizi da subito un percorso di rilancio del sito”, hanno sottolineano in una nota Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. I sindacati hanno chiesto che le istituzioni, dalla Regione al Comune di San Mauro “entrino subito in gioco aprendo un tavolo per la ricerca di soluzioni che mantengano il sito operativo e portino alla revoca della liquidazione. Adesso deve iniziare subito una riflessione pratica sulla tutela di una filiera manifatturiera che ha dato e può continuare a dare occupazione stabile e regolamentata da contratti nazionali”.

Stige, del resto, vanta oltre 90 anni di storia: nata in un laboratorio in cortile fino a diventare un grande centro stampa. Nell’aprile 1927, Giuseppe Martano fondò la Tipografia G. Martano, a Chieri, lavorando principalmente per le istituzioni religiose per poi ampliare le proprie attività verso altri settori. Nel 2017, quindi, ha festeggiato i 90 anni con oltre 200 dipendenti in quattro stabilimenti produttivi e un’importante presenza nei mercati italiano, francese e inglese. Una storia che è proseguita per tre generazioni. Bartolomeo, figlio di Giuseppe, espanse la società paterna, trasformando la piccola tipografia di Giuseppe in un gruppo industriale di nome Stig, con l’acquisto a partire dal 1956 delle prime macchine a foglio di grande formato e ad alta velocità. Dal 1978 poi il nome si è trasformato appunto in Stige – Società Torinese Industrie Grafiche Editoriali – e alla guida è successivamente arrivato Giorgio Martano, nipote del fondatore.

di Achille Perego