I giornali quotidiani non sono usciti dal periodo di crisi – congiunturale ma anche, soprattutto, strutturale – che oramai da qualche anno li attanaglia ma, quantomeno, cominciano ad avere, e a mettere in pratica, idee e modelli cui tendere per ricostruirsi un futuro di profittabilità. E’ quanto è scaturito dai due giorni torinesi dell’annuale incontro promosso da WAN-IFRA con Fieg e Asig: il resoconto che vi proponiamo è un ampio stralcio di quanto pubblicato da Ediland.it, il sito ufficiale di Asig. Integrazione cross-media nelle redazioni dei giornali, riorganizzazione industriale dei centri stampa, ottimizzazione del processo di distribuzione dei prodotti editoriali: sono queste le tre sessioni di lavoro della quindicesima edizione di WAN-IFRA Italia. Introducendo la prima sessione dei lavori, dedicata all’integrazione cross-media nelle redazioni dei giornali il presidente della FIEG Giulio Anselmi ha lanciato un messaggio di ottimismo: ” tante volte i giornali sono stati dati per morti, sono ancora vivi. Attraversano uno stato di crisi superabile”. Anselmi ha anche ricordato i numeri della crisi: nel primi tre mesi dell’anno la pubblicità nei giornali ha subito un calo dell’8,7% “rispetto ad un anno già pessimo”. Le vendite hanno subito una caduta del 5%. Per il futuro, occorre una politica industriale di sviluppo, incardinato lungo tre assi: la multimedialità, il rilancio industriale dei centri stampa, e la razionalizzazione della filiera editoria, stampa e distribuzione. Il direttore generale dell’Editrice La Stampa, Luigi Vanetti, che ha fatto gli onori di casa ai partecipanti a WAN-IFRA Italia, ha preannunciato che, a breve, il quotidiano edito nel capoluogo Piemontese  sarà dotato di una nuova redazione integrata per la gestione dell’editoria multimediale. Organizzata in anelli concentrici, con al centro il direttore responsabile, la nuova newsroom sarà il centro di produzione dei contenuti da avviare sul prodotto stampato, sull’edizione web e su quelle per le piattaforme mobili, tablet e smarthphone. Gianni Paolucci, presidente ASIG, ha insistito, fra l’altro, sull’importanza strategica della revisione di tutti i processi della filiera, argomento al quale sta attivamente lavorando l’Associazione Stampatori Italiana Giornali.La necessità di un maggior coordinamento fra gli attori – editori, stampatori e distributori – è una delle chiavi per il mantenimento del settore. Manfred Werfel, deputy CEO di WAN-IFRA, la maggiore organizzazione mondiale dell’editoria quotidiana, ha ricordato come le sfide che deve affrontare il mercato italiano siano condivise nel resto del mondo.La multimedialità, e la integrazione dei canali di comunicazione, la razionalizzazione dei processi produttivi ed un maggior coordinamento fra le aziende che concorrono all’industria editoriale sono problemi comuni a tutti. Cherylin Ireton, director World Editors Forum, è entrata maggiormente nei dettagli di quanto sta avvenendo nel contesto internazionale relativamente ai nuovi modi di fare informazione. Cadono le barriere fra la stampa e la comunicazione video, crescono le sinergie e l’efficienza nella titolazione dei contenuti multimediali, il giornalismo è sempre più un “gioco di squadra”, il “data journalism” è accettato come una vera e propria disciplina di questo settore. Cosa fanno, nei maggiori mercato internazionali, gli editori dei quotidiani che non ne vogliono sapere di arrendersi alla crisi? Per Sergio Vitelli, segretario ASIG, le strade che si possono percorrere sono diversificate. Per i media su carta, occorre puntare su nuovi prodotti editoriali, e nuove sezioni tematiche, magari prendendo in considerazione le nuove tecnologie “sensoriali”, come la realtà aumentata, i “profumi” e la stampa in 3D. Da valorizzare anche il nuovo rapporto con i lettori – i messaggi possibili sono  “lavoriamo insieme”, “vi aiutiamo a risparmiare”, “diventiamo amici” – e, sul fronte più industriale, la razionalizzazione delle strutture: accorpamento di testate, accentramento delle funzioni di editing, accorpamento e terziarizzazione della produzione. Per quanto riguarda i media digitali, le strade possibili passano per gli aggregatori pluri e mono testata di gruppo, per nuove edizioni digitali e nuove strategie di fidelizzazione dei clienti, dal geotagging di notizie e offerte commerciale, fino alle App personali. Marco Bardazzi, digital editor della Stampa di Torino, e Bernadette Gonzalez-Harbour, deputy editor in chief del quotidiano spagnolo El Pais, hanno raccontato le esperienze nella trasformazione delle redazioni tradizionali in organizzazioni produttivi multimediali. Per entrambi i relatori, è fondamentale che gli investimenti in piattaforme tecnologiche si accompagnino ad una condivisione, quasi interiorizzazione, dei nuovi processi produttivi. Occorre che tutti i redattori si convincano delle grandi opportunità offerte dalla pubblicazione di notizie su diversi canali, imparando a fare sempre più gioco di squadra e a lavorare in team.E’ necessario soprattutto, non avere paura dei cambiamenti. Sulla stessa linea anche la tavola rotonda dei direttori, coordinata dal presidente della FIEG Giulio Anslemi, alla quale sono intervenuti Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Roberto Napoletano, direttore de Il Sole 24 Ore, e la deputy editor de El Pais Bernadette Gonzalez-Harbour. Obiettivo comune a tutti è la qualità dell’informazione. Se Roberto Napoletano propone un giornale che abbia anche la funzione di “consulente quotidiano” del lettore, raccontandoli nei dettagli argomenti che sono importanti per la sua vita, Mario Calabresi invita a non sottovalutare le nuove abitudini dei lettori, di avere i contenuti che vogliono quando vogliono. La multimedialità è una strada obbligata, perché la nuova scansione del tempo dell’informazione è 24 ore su 24. La qualità dell’informazione è la chiave per lo sviluppo del settore, e questo richiede professionisti preparati, consapevoli della loro funzione insostituibile anche nell’industria multimediale. Giornalisti ai quali si chiede di non avere paura delle novità e dei cambiamenti in redazione. La seconda sessione dei lavori, introdotta da Alberto Borgarelli, direttore tecnico de Il Sole 24 Ore, è stata dedicata alle prospettive per lo sviluppo industriale dei centri stampa. A focalizzare l’attenzione degli oltre 250 fra professionisti, manager e dirigenti dell’industria editoriale, arrivati a Torino da tutta Italia per seguire i lavori, è stata la presentazione della sintesi del Rapporto 2012 sull’Industria Italiana dei quotidiani, realizzato dall’Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” in collaborazione con l’ASIG, Associazione Stampatori Italiana Giornali del quale riportiamo in altra news. L’ultima sessione dei lavori è stata dedicata alla ottimizzazione del processo di distribuzione dei prodotti editoriali. Dopo una relazione di scenario curata da Bain & Company, Fabrizio Carotti, direttore generale FIEG, ha coordinato una tavola rotonda alla quale hanno preso parte Alberto Biella del Sole 24 Ore, Gianni Paolucci di RCS Mediagroup, Silvia Angelo del centro studi S/Print e Giorgio Corno dell’Agenzia di distribuzione DIF. Dalla tavola rotonda è emersa la necessità, ormai imprescindibile, di trovare nuovi modelli di organizzazione del lavoro e nuove metodologie per regolare i rapporti fra tutti gli attori della filiera industriale, editori, stampatori e distributori. Inutile indugiare sul passato: la crisi che incombe deve spronare in direzioni di nuove soluzioni, e tutti devono fare la loro parte. La Federazione Editori sta lavorando attivamente in due direzioni ben precise: lo sviluppo di una rete per la informatizzazione dei punti di vendita dei prodotti stampati e un nuovo accordo con i distributori per arrivare alla “resa certificata”, uno strumento di lavoro dove convergono tecnologie, contratti economici e, soprattutto, dove deve convergere una “nuova, reciproca fiducia fra le parti”. L’abbattimento dei costi legati alla gestione della resa dei prodotti stampati non è qualcosa di cui beneficeranno solo gli editori, perché dai nuovi accordi sarà tutta la filiera produzione/distribuzione a trarre vantaggio. Relativamente alla informatizzazione dei punti vendita, i benefici di contabilizzare in tempo reale il mercato dei lettori, ovvero “quanti lettori” comprano “che cosa” e “dove”,   andranno a vantaggio di tutti. Meno sprechi nella diffusione a pioggia di copie sul territorio, si traducono in una maggiore efficienza di sistema, con minori costi per tutti. E’ giunto il momento, come hanno sottolineato molti dei partecipanti ai lavori di WAN-IFRA Italia 2012, di “costare meno”. E’ il declino industriale che deve incutere paura, non le novità.