Nell’ambito della XV edizione di WAN-Ifra Italia (vedi notizia correlata) è stata presentata la sintesi del rapporto 2012 sull’industria italiana dei quotidiani realizzato dall’Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” in collaborazione con Asig. In Italia sono attivi 84 stabilimenti di stampa quotidiani (nel 2011 erano 91) con 150 linee di produzione, 77 rotative full color. Nel 2006, ultimo anno nel quale si è registrato un incremento nelle vendite, in Italia si vendevano 5,5 milioni di copie di quotidiani al giorno. In cinque anni si è bruciato quasi un milione di copie, pari a poco meno del 20% del totale, arrivando attorno ai 4,45 milioni di copie. Con la vendita è calata la tiratura, e quindi la produzione industriale, passata dai 7,5 milioni di copie giornaliere del 2008 ai 6,5 milioni di copie del 2011. Più in generale, come hanno osservato Alberto di Giovanni, presidente dell’Osservatorio Tecnico, e Salvatore Curiale, direttore di ASIG, nella dinamica del settore industriale si è registrata una significativa erosione dei fatturati, diminuiti fra il 2006 e il 2011 di oltre un miliardo di Euro. Nonostante i massicci sforzi sul fronte della riduzione dei costi – passati nello stesso periodo da 3,6 a 2,7 miliardi annui – la redditività complessiva del settore è andata calando, con un margine operativo lordo pari a meno del 4% del fatturato. Sui centri stampa indipendenti si è fatta sentire, in modo crescente, la spinta delle società editrici alla riduzione dei costi, la cui voce più importante è quella relativi ai costi del personale.La retribuzione media lorda nei centri stampa indipendenti è inferiore di circa 5.000 Euro rispetto a quella dei centri stampa controllati dalle società editrici, e le ore di straordinario effettuate in un anno pari a circa un terzo. Dai dati in possesso dell’Osservatorio Tecnico risulta che circa l’85% della capacità produttiva installata in stabilimenti di produzione di giornali quotidiani viene utilizzata in contesti dove viene applicato ai dipendente il contratto poligrafico. Il differenziale di costo del lavoro tra le aziende del settore quotidiano e quelle che effettuano altre lavorazioni grafiche rende molto difficile la possibilità di acquisire la stampa di altre tipologie di prodotto. Purtroppo, al contrario, favorisce operazioni di dumping che mettono a rischio la tenuta complessiva di un tessuto industriale che conta – escludendo gli stabilimenti direttamente gestiti dalle società editrici – una cinquantina di stabilimenti sul territorio nazionale con oltre 1.500 addetti (da Ediland.it).