La forte impennata dei costi delle materie prime e dell’energia, invece, sta mettendo a dura prova la tenuta della filiera editoriale: si rischiano una minore offerta di libri e riviste, ritardi nelle consegne, possibili aumenti dei prezzi per il pubblico dei lettori, gravi problemi per l’editoria scolastica.

L’ultimo allarme, solo in ordine di tempo, è quello lanciato questa settimana congiuntamente dall’Associazione Italiana Editori (Aie), dall’Associazione Nazionale Editoria di Settore (Anes) e dalla Federazione Carta Grafica che, di fronte alla grave emergenza, chiedono al Governo un credito di imposta sull’acquisto di carta grafica per fini editoriali. Una misura urgente a favore della sostenibilità dell’industria editoriale e necessaria per contribuire alla resilienza della filiera, di primaria importanza per il Paese e già faticosamente impegnata a gestire le delicate sfide del mercato. Una filiera, quella rappresentata dalla federazione Carta Grafica che con un giro d’affari di quasi 22 miliardi di euro, generati nel 2020 da 165.000 addetti in oltre 17.000 aziende, è uno dei principali attori della manifattura italiana rappresentando l’1,3% del Pil (Prodotto interno lordo).

“I rincari energetici – avverte Emanuele Bona, presidente di Federazione Carta Grafica – stanno già mettendo a rischio di stop alcuni segmenti produttivi come quello delle riviste stampate in rotocalco”. E non è un caso che proprio nelle scorse settimane (vedi la notizia su Stampamedia.net) era corsa la voce, poi smentita, di una sospensione produttiva nel principale polo rotocalco italiano, la Elcograf (ex Eurogravure) di Treviglio. “Ma l’allarme – aggiunge Bona – riguarda tutti i settori della stampa editoriale e commerciale dove l’incremento del costo della carta ha assunto dimensioni tali da erodere ogni marginalità, date le ovvie difficoltà a trasferire a valle tali rincari. A questo scenario si aggiungono le problematiche legate a una scarsa reperibilità della materia prima, anche a causa del processo in atto di riconversione della produzione verso le carte per imballaggi”.

Così, dopo due anni molto positivi, che avevano visto il mondo dei libri reggere meglio alla crisi provocata dalla pandemia – tante che ad andare meglio nel settore grafico, oltre alle cartotecniche, sono state proprio le aziende che stampano anche e/o solo libri in bianco e nero e a colori – l’emergenza carta sta pesando, secondo Ricardo Franco Levi, presidente di Aie, anche su questo settore. “Gli insopportabili aumenti del prezzo – prosegue Levi – schiacciano i margini di tutti gli editori traducendosi per quelli di varia (saggi e romanzi) nel rischio di aumenti di prezzo di copertina, una strada che non è nemmeno percorribile per gli editori scolastici soggetti a tetti di spesa imposti per legge”.

Non solo, agli aumenti del prezzo si aggiungono per il presidente di Aie “le difficoltà di approvvigionamento che rendono ancora più difficile programmare la produzione e assicurare una puntuale distribuzione. Di nuovo, con una particolare attenzione per l’editoria scolastica impegnata a garantire alla scuola e alle famiglie la disponibilità dei libri di testo nelle scadenze legate al calendario dell’anno scolastico”.

“L’energia e le materie prime rappresentano il cuore della produttività – conclude Ivo Alfonso Nardella, presidente di Anes – L’aumento di energia e carta mette in seria difficoltà anche il comparto della comunicazione tecnica scientifica e più in generale di settore. Diminuire o peggio interrompere il flusso di informazioni e aggiornamento professionale nuoce gravemente al tessuto industriale e professionale italiano che sta iniziando a riprendersi. Tagliare la cultura significa creare un danno alla produzione interna che ha sempre più bisogno di aggiornamento per affrontare le sfide che questa epoca di transizioni ci impone”.

di Achille Perego