Ci sono momenti in cui bisogna accogliere le risonanze del mondo, sporgersi oltre la propria centralità, e provare a oltrepassare quella soglia che pensiamo vincolante. È un po’ quello che, non più di dieci giorni fa, ha fatto Fabio Franceschi, fondatore e patron di Grafica Veneta, tra le più importanti aziende europee del settore grafico, che si è dato da fare per produrre, con le sue rotative, mascherine non sanitarie per uso quotidiano: prodotti in tessuto non tessuto, capaci di evitare l’ingresso di polveri e agenti pericolosi, che in gergo si chiamano schermi filtranti, come li ha definiti il famoso decreto del 17 marzo, all’articolo 16 comma 2. L’azienda di Trebaseleghe (PD) ne ha già sfornate milioni, e tutte sono state distribuite gratuitamente grazie alle strutture della Protezione Civile e alle associazioni di volontariato. Stampamedia lo ha raccontato qui e qui. 

Con i suoi 500 addetti e un parco clienti che comprende oltre 200 case editrici dislocate nell’intero pianeta, Grafica Veneta è stata battezzata “la tipografia del mondo”, specializzata nella stampa di libri, cataloghi,  riviste, tutti puntualmente distribuiti in ogni angolo del Pianeta, dall’Africa all’Arabia saudita, dalla Russia al sud America, con consegne anche in 48 ore, grazie a una divisione, battezzata H24 Instant Book, in grado di stampare e confezionare in 24 ore fino a 10.000 copie.

Imprenditore da sempre attento all’ampiezza del suo ruolo, volto noto al pubblico televisivo, da Porta a porta a Ballarò, pronto a rispondere a tutte le opportunità espresse dal mercato editoriale, Franceschi ha deciso di riconvertire temporaneamente una delle sue rotative per produrre mascherine. “Vivo in Veneto, ho visto la mia gente in difficoltà, non ho pensato più di un secondo a fermare una rotativa e stampare mascherine” ha dichiarato da subito alla stampa.

Come le è saltata in mente questa bella idea?

Tutti gli imprenditori portano rispetto per il territorio e se il tessuto sociale manifesta una domanda a cui si può rispondere è responsabilità, nei limiti di ognuno, dare il proprio contributo. Una decisione dettata dal cuore, per essere d’aiuto in qualche modo alla gente e a una terra che alla mia attività ha dato tanto. Chi ha avuto successo nella vita deve restituire un po’ di fortuna e dimostrare riconoscenza in qualche modo.

Dall’idea iniziale alla produzione quanto tempo è passato?

Da subito è cominciata la riflessione su quanto Grafica Veneta Spa poteva fare per mettere in campo il suo potenziale produttivo a favore delle introvabili mascherine. Dopo un confronto con il Presidente della Regione da un ragionamento iniziale alle prove concrete fino alla distribuzione degli schermi protettivi è passato poco tempo.

Non deve essere stato facile utilizzare su macchine che lavorano la carta il tessuto non tessuto in tempi così stretti?

Non è stato facile intercettare il materiale e abbinarlo ai macchinari che abitualmente lavorano la carta. Avendo a disposizione nuovi impianti di recente acquisizione, dopo vari tentativi, i risultati non hanno tardato. Confrontarci con i test di laboratorio è stata una vera e propria novità. Superato anche questo scoglio possiamo dire che, pur continuando a stampare libri con le nostre rotative, confermiamo che la dotazione aziendale è talmente d’avanguardia e vale per le prestazioni anche con il tessuto non tessuto di cui sono fatti gli schermi protettivi messi a disposizione della cittadinanza.

Come sta funzionando la sua azienda in queste settimane di emergenza?

Da subito abbiamo adottato le misure di sicurezza e applicato sistemi precauzionali per chi entrava ed usciva dallo stabilimento. Il nostro personale amministrativo lavora in modalità smart working e gli addetti alla produzione sono operativi secondo turni per garantire consegne e l’operatività aziendale.

È di certo informato sui dati emersi dell’Osservatorio AIE. Quanto la preoccupa questo grido d’allarme?

Stampare libri resta il nostro core business, certo le notizie diffuse dall’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori preoccupano molto gli addetti ai lavori. 18.600 i titoli pubblicati in meno nel 2020, 39,3 milioni le copie non saranno stampate e 2.500 nuove produzioni non saranno tradotti. Il 61% delle case editrici sta programmando la cassa integrazione dopo che i vari provvedimenti hanno sospeso la libera circolazione dei cittadini. Con un calo di vendite del 25% con punte del 50% con le conseguenze gravissime per la rete delle librerie, già in forte difficoltà, e dell’intero sistema. Condividiamo l’appello dell’Osservatorio Aie nel chiedere misure immediate d’emergenza e interventi specifici, come il credito d’imposta sulla carta sul medio e lungo periodo. Già al 20 marzo sono stati rivisti i piani editoriali per il 2020, riducendo del 25% le novità in uscita. Tutta la filiera, senza interventi d’urgenza non potrà reggere.

Se proietta la sua azienda in futuro, cosa può dirci (per quel tanto che oggi le è possibile intravedere)?

Ricerca e innovazione sono una costante per Grafica Veneta. Investimenti in questo senso hanno sempre portato valore aggiunto allo stabilimento. Insieme alle scelte strategiche sulla green economy, sui principi dell’industria 4punto0, sull’area digitale affiancata alla strumentazione tradizionale e all’alta tecnologia hanno dimostrato sul mercato performance e dinamicità imprenditoriale all’altezza di un servizio di qualità e velocità. L’azienda non si è mai tirata indietro di fronte a nuove sfide, ciò grazie ad un sostegno formativo continuo del personale: anche in piena emergenza sanitaria la struttura ha saputo reinventarsi dedicando uno spazio adatto a rispondere alle nuove esigenze del territorio. Gran parte della versatilità di Grafica Veneta dipende dalla risorsa umana oltre che dalla leadership di un presidente.

E ora un pensiero sul nostro futuro e sul futuro della stampa dei libri.

In un clima di incertezza sanitaria meglio tutelare la salute principalmente. Certe decisioni che ora sembrano drastiche e incomprensibili potranno essere comprese meglio con il senno di poi. Per quanto riguarda il nostro prodotto principe rubo le parole di Umberto Eco: “il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”. Ma se Grafica Veneta si fosse fermata ai tempi di Gutenberg…

di Anna Aprea

 

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