72 Magazine di Edward Enninful: il potere del cartaceo di alta gamma una contro tendenza nel mercato in calo di riviste e giornali

Qual è il senso, oggi, di lanciare una rivista cartacea di lusso, senza pubblicità, in un’epoca dominata dallo streaming, dai social e dall’immediatezza digitale? Il progetto 72 Magazine, edito da EE72 — la nuova piattaforma mediatica fondata da Edward Enninful, ex direttore di British Vogue, e da sua sorella Akua — dà una risposta molto chiara. La carta stampata può ancora essere un simbolo potente di qualità, distinzione, arte e narrazione immersiva.

72 Magazine è una rivista trimestrale di oltre duecento pagine che punta a diventare un oggetto da collezione. È uscita deliberatamente senza inserzioni pubblicitarie, offrendo ai lettori un’esperienza ininterrotta, centrata su contenuti, immagini e storytelling, piuttosto che su messaggi commerciali. In vendita in più di venti Paesi, trova spazio in punti vendita selezionati come boutique, librerie specializzate e store del lusso. L’iniziativa non si limita al formato cartaceo, ma si inserisce in un ecosistema più ampio. L’universo EE72, unisce, infatti, stampa, digitale, contenuti culturali ed esperienze, con l’obiettivo di coniugare il valore materiale con la riconoscibilità digitale.

La comunicazione stampata è più potente che mai

Enninful ha dichiarato che “la stampa è diventata più potente che mai” e che il formato fisico deve essere preservato come forma d’arte. Parole che confermano la convinzione che la carta non sia affatto superata, ma anzi rappresenti oggi un terreno di prestigio per chi desidera distinguersi.

Il valore di un progetto come questo si percepisce su più livelli. In un mare di contenuti digitali effimeri, la carta fisica di prestigio offre un’esperienza lenta, tattile e curata. Non è soltanto una rivista, ma un oggetto che si conserva e che entra a far parte della vita quotidiana come segno distintivo. In questo senso, il cartaceo diventa un simbolo di identità e appartenenza culturale. Collocarsi in edicole selezionate, librerie di alto profilo e store del lusso significa rafforzare il prestigio non solo del prodotto editoriale, ma anche di chi vi collabora: autori, fotografi, aziende e stampatori. La narrazione assume un ruolo centrale, perché senza pubblicità la rivista si costruisce come flusso coerente, fatto di immagini di altissimo livello e testi che non inseguono il trend del momento, ma mirano a lasciare traccia.

Le sfide della produzione

Progetti come 72 mettono in luce anche le sfide che la stampa di lusso si trova ad affrontare. I costi elevati di produzione, dovuti alla scelta di carte pregiate, alla qualità della stampa e alle rilegature di pregio, richiedono un posizionamento alto, con un prezzo al pubblico che rifletta l’esclusività. La distribuzione selettiva comporta logistica complessa e attenzione agli imballaggi. La sostenibilità diventa un requisito imprescindibile, dalla selezione delle carte ai processi di stampa fino al trasporto e al packaging. E soprattutto emerge un problema cruciale per il settore: la necessità di competenze specialistiche. Per produrre riviste come questa servono operatori esperti, capaci di gestire tecniche di stampa e finiture sofisticate. In Italia, come in altri Paesi, la difficoltà a reperire nuova manodopera qualificata rischia di diventare un collo di bottiglia per il comparto grafico e cartotecnico.

72 Magazine: l’alta gamma vince

Se il mercato tradizionale dei giornali e delle riviste mostra un trend in calo, il segmento delle pubblicazioni di alta gamma continua invece a suscitare interesse. Le aziende di moda e di lusso lo hanno compreso, ricorrendo sempre più spesso a edizioni speciali, riviste autoprodotte o progetti editoriali esclusivi che danno al cartaceo un ruolo di differenziazione e prestigio. In questo contesto il settore grafico e cartotecnico italiano ha davanti a sé un compito chiaro: investire nella formazione di nuove competenze, preservare il know-how artigianale, innovare nelle tecnologie di stampa e di finitura e offrire prodotti che siano veri e propri oggetti da conservare.

Chi desidera distinguersi oggi lo fa con la carta stampata, ma a condizione che questa sia concepita non come un semplice supporto, bensì come esperienza, arte e oggetto culturale.