Con il disco verde nei giorni scorsi, come riferiscono fonti sindacali, per le Officine Grafiche di Novara (conosciute con il marchio commerciale Deaprinting) è molto probabile che vada a buon fine entro una ventina di giorni la procedura del concordato preventivo presso il Tribunale di Novara. In questo modo la fine della storica azienda di stampa novarese (un tempo appartenente all’omonima casa editrice e poi via via passata di mano) eviterà almeno l’onta del fallimento.
Il destino comunque è quello della cessazione definitiva della produzione, del resto già sospesa da mesi con tutti i dipendenti (132) in cassa integrazione straordinaria fino a marzo 2017, sperando che in base alla legge 416 possa esserci un prolungamento prima della mobilità con l’utilizzo per due anni della nuova Naspi.
L’interruzione dell’attività era stata in qualche modo decretata lo scorso aprile dalla bocciatura, da parte dei dipendenti chiamati al voto referendario, dell’accordo che i sindacati avevano siglato con l’azienda lecchese Caleidograf (gruppo Spreafico) disponibile a rilevare una quarantina di dipendenti ex Deaprinting, dieci da impiegare nello stabilimento di Robbiate e una trentina in un nuovo impianto per la stampa piana da realizzare nel Novarese.
La bocciatura di quell’accordo ha di fatto chiuso altre possibilità. Caleidograf si era quindi limitata ad acquistare le due principali rotative della Deaprinting, due Goss Sunday a 48 pagine, mentre la terza rotativa, una sedici pagine, è finita a un’azienda francese. A Novara, spiegano sempre i sindacati, erano quindi rimaste solo due macchine piane di grande formato a quattro e cinque colori che sarebbero già state vendute o in corso di vendita e il cui ricavato servirà per pagare una parte dei crediti vantati dall’azienda.
E’ andata invece a buon fine l’operazione che ha portato al salvataggio della ex Legatoria del Verbano da parte della Book Service di Leinì (Torino), società di promozione e distribuzione editoriale facente capo al gruppo Roletto, attraverso la Lego Service. L’attività della legatoria, che a suo tempo era già stata trasferita da Verbania a Novara, quindi prosegue con una quarantina di dipendenti ai quali si sono aggiunte anche alcune professionalità provenienti della ex legatoria del gruppo Canale, quella di Borgo San Dalmazzo, che era stata rilevata da una cooperativa ma che poi non era riuscita a rimanere sul mercato.