Dopo circa mezzo secolo finisce la stagione delle proprietà tedesche in uno dei principali gruppi della stampa italiana. Quello che ora si chiama Arti Goup (e prima BePrinters) a cui fanno capo il Niiag (Nuovo istituto italiano di arti grafiche di Bergamo) e la Eurogravure di Treviglio.

Venerdì infatti il fondo Bavaria Industries Group AG, che aveva acquistato quella che poi ha chiamato Arti Group da Bertelsmann nel 2014, ha raggiunto un accordo per la cessione a una cordata formata da azionisti italiani e in particolare del territorio bergamasco.

Un accordo che ha colto di sorpresa il mercato – e pare anche quello che, sebbene senza mai offerte ufficiali, veniva considerato come un possibile interessato ad acquisire Arti Group, ovvero il gruppo Pozzoni – e prodotto inizialmente anche un errore di comunicazione. In un primo tempo infatti sul sito di Arti Group – come correttamente ripreso da Stampamedia.net nel dare subito la notizia – era stato indicato come acquirente al 100% la finanziaria Cafin a cui fa capo la Cpz di Costa di Mezzate di Marzio Carrara. Nelle ore successive c’è stata poi una rettifica della comunicazione con l’indicazione, come nuovo proprietario di Arti Group, di AGH, acronimo di Arti Group Holding. Una società, costituita per l’operazione della quale, come scrive il quotidiano Eco di Bergamo, fa parte anche la Cafin ma insieme con altri due soci. Alessandro Bulfon, attraverso la finanziaria Advancy Holding, attuale amministratore delegato di Arti Group, dove era arrivato nel 2016, e la Dirfin di Alberto Di Rubba.

In questi tre anni molte vicende hanno cambiato la struttura del gruppo con avvicendamenti ai vertici e dismissioni di attività. L’ultima in ordine di tempo è quella definita nel marzo dello scorso anno con la cessione di Grafiche Johnson a CPZ. Ma anche, come ha spiegato lo stesso Bulfon all’Eco di Bergamo, un forte impegno per rilanciare il gruppo, rendendolo più efficiente e competitivo. Tanto da aver ottenuto nel 2017 un significativo recupero dei ricavi che si attesterebbero attorno ai 100 milioni.

Sempre Bulfon, che con gli altri rappresentanti della nuova proprietà ha già avuto lunedì un primo incontro con i sindacati, ha sottolineato come l’acquisizione di Arti Group abbia comportato un impegno significativo ma anche un grande investimento di fiducia con la consapevolezza delle potenzialità di Arti Group. Per quanto riguarda i programmi dei nuovi azionisti, già domani sarebbe previsto un nuovo incontro con le parti sindacali ma Bulfon ha già anticipato come non rientri nel suo modo di operare, e come è stato dimostrato dal suo arrivo a Bergamo, il ricorso a tagli di personale (il gruppo occupa circa 900 persone) anche se in un momento che resta complicato per il settore per evitare esuberi è importante il contributo dato da ogni lavoratore.

La notizia del cambio di proprietà è stata accolta positivamente dai sindacati, che restano comunque prudenti in attesa di capire le strategie industriali future. In una nota i sindacati di categoria Fistel Cisl, Slc Cgil e Ulcom-Uil di Bergamo hanno parlato di “un passaggio importante, forse persino storico” quello che stanno vivendo Niiag ed Eurogravure tornate dopo molti anni “a essere di proprietà non di fondi o di multinazionali ma di persone fisiche del territorio”. “Ci auguriamo che questo nuovo corso possa essere diverso da quello inefficace e inconcludente degli ultimi anni e che porti maggiore stabilità in un settore sempre più complicato”, proseguono Luca Legramanti di Fistel, Paolo Turani di Slc e Bruno Locatelli di Uilcom provinciali. Quando “diciamo di aspettarci un cambio di passo” puntualizzano sempre i sindacati “significa che ci auguriamo vivamente che si volti pagina rispetto all’operato pieno di contraddizioni tenuto negli ultimi due anni dal fondo tedesco Bavaria, che aveva annunciato oltre 2 milioni di euro di investimenti e acquisizioni di realtà produttive del territorio per la costituzione di un polo della stampa. La parabola di Bavaria è finita, invece, con queste promesse rimaste vane a con la vendita di questi giorni”.

I sindacati, che nell’incontro con la nuova proprietà avrebbero espresso disapprovazione per le modalità di comunicazione del passaggio di proprietà annunciato sul sito web durante il week end e chiesto per il futuro una maggiore trasparenza e immediatezza nelle informazioni e nei rapporti sindacali, infine, fanno sapere come resti “massima anche l’attenzione rivolta al destino di Lediberg, società per la quale è aperta da mesi una trattativa che vede uno dei soci di AGH, Marzio Carrara, interessato all’acquisizione attraverso il gruppo Johnson Cpz”. Operazione che, stando a quanto scrive l’Eco di Bergamo, potrebbe essere in dirittura d’arrivo.