Nel corso dell’estate KBA Italia lascerà l’attuale sede di Passirana di Rho (MI) per traslocare a Tavazzano (Lodi) negli uffici dello stabilimento di Flexotecnica, ceduta circa un anno fa da Cerutti a KBA. “La sede attuale, di proprietà di KBA, è ormai sovradimensionata per la nostra realtà che conta 27 dipendenti”, ha spiegato Alessandro Puppo, direttore generale di KBA Italia. “Ma ciò che è più interessante è che il trasferimento a Lodi, oltre a comportare un’ottimizzazione dei costi, favorirà interessanti sinergie, in primis a livello di assistenza tecnica. I nostri tecnici stanno già ora seguendo dei training in modo da acquisire competenze anche sulle macchine flexo ed essere in grado di installarle e provvedere all’assistenza”. “KBA Flexotecnica è una società in crescita e ritiene molto interessante potersi avvalere a breve della collaborazione dei nostri 9 tecnici  – che naturalmente continueranno a seguire il settore offset – visto l’elevato numero di ordini che si ritrova a gestire”, continua Puppo. “Flexotecnica e KBA Italia hanno, tra le altre cose, già alcuni clienti in comune e questo non potrà che migliorare il nostro servizio al cliente finale. Altri reparti, oltre a quello dell’assistenza tecnica, beneficeranno di questa sinergia tra le due aziende ma senza interventi sul personale. Il nostro obiettivo è garantire la continuità occupazionale al 100%”. KBA Flexotecnica produce rotative flessografiche per la stampa di imballaggi flessibili e occupa un centinaio di dipendenti. Il 90% del suo fatturato è generato da ordini provenienti dall’estero.  Un altro segnale positivo, che testimonia la “vivacità” di KBA Italia anche in questi momenti difficili arriva dalle vendite. “Quest’anno abbiamo già venduto 5 offset a foglio, di cui tre macchine di grande formato e due 70×100. Sono, inoltre, in corso altre trattative che contiamo di concretizzare da qui a quest’autunno.” Un discorso a parte meritano le roto-offset, sia commerciali che per quotidiani. “A oggi abbiamo in questo segmento la migliore offerta a livello tecnologico”, afferma Puppo. “KBA ha ridisegnato l’intera gamma di rotative ma, come tutti i produttori di queste macchine, incontra ancora difficoltà nella vendita essenzialmente per due motivi: la difficoltà all’accesso al credito da parte dei clienti e il prezzo al giro. Attualmente si stanno vendendo tante rotative usate e ciò dimostra che il mondo della rotativa è tutt’altro che morto. Il problema del ‘nuovo’ è che non permette di ripagare l’investimento in un tempo ragionevole. Uno dei mercati di maggior richiesta di stampati roto-offset rimane quello della GDO, che però offre marginalità estremamente basse”. A completare l’offerta di KBA è la tecnologia di stampa digitale. Molti si ricorderanno che a Drupa 2012 il costruttore tedesco debuttò con un’innovativa macchina inkjet, la RotaJet 76, che incorporava teste di stampa Kyocera e hardware messo a punto da KBA. “Sono stati venduti due esemplari di questa macchina in Europa, uno per applicazioni nell’ambito della decorazione. E’ una macchina dalle grandi potenzialità in quanto la luce di stampa può essere ampliata a volontà, fino ad arrivare in futuro a 2 metri ed oltre, in modo da aumentare la produttività mantenendo inalterata la qualità di stampa”, conclude Puppo. Un altro elemento che sta particolarmente a cuore a KBA Italia è l’etica nel business. Troppe situazioni, favorite anche da regole molto discutibili, stanno creando scompensi nel mercato. “Siamo tra i soci Argi che hanno sottoscritto il Manifesto sui modelli comportamentali da adottare nel settore delle arti grafiche perché siamo convinti che questo difficile momento dell’economia e in particolare del nostro settore imponga a tutte le società corrette di comportarsi in modo etico. E, coerentemente, abbiamo scelto di lavorare solo con partner tecnici, commerciali e clienti che applichino questo codice etico”, ha dichiarato Puppo.