L’ultima parola spetterà al cda di Seat che a metà luglio dovrà presentare ai creditori la proposta per il salvataggio del gruppo delle Pagine Gialle in concordato preventivo (con 1,5 miliardi di debiti congelati) dall’inizio del 2013 ma in piena attività. Il cda ha elaborato un piano di rimborso ai creditori titolari di bond e crediti attraverso il quale, in virtù di un maxi-aumento di capitale, l’attuale azionariato si ridurrebbe allo 0,25% e tutto il resto andrebbe a banche e obbligazionisti.  In questa partita fondamentale per il futuro di Seat, a metà maggio si erano inseriti la coppia Antonio Percassi-Vittorio Farina. Il patron dell’Atalanta nonché alla guida di altre attività (tra cui i cosmetici Kiko) che godono di ottima salute e lo stampatore di Ilte-Rotosud (che invece non sarebbe così in forma e vanterebbe tra l’altro un contenzioso di 40 milioni proprio con Seat) hanno costituito la società Dholding, controllata pariteticamente, presentando una manifestazione d’interesse al vertice di Seat. Il piano di Percassi e Farina sarebbe di ricapitalizzare per oltre 15 milioni Dmail group (holding quotata in Borsa dal 2005 a cui fanno capo le attività storiche di Dmail, ovvero il settore dei media commerce, i cosiddetti “oggetti introvabili”, e Netweek, un network con oltre una quarantina di testate locali diffuse nel Nord Italia) diventandone i principali azionisti. A quel punto Dmail (che non gode certo buona salute finanziaria) sarebbe integrata con Seat offrendo ai creditori il 40% del nuovo aggregato più cash. L’obiettivo di Percassi e Farina (che con la sua Rotosud, che stampa negli impianti ex Ilte di Moncalieri e a Oricola nel Lazio, avrebbe un contratto fino al 2019 per la commessa delle “Pagine Gialle”) sarebbe quello di puntare sulle sinergie industriali tra Seat e Dmail, sinergie possibili perché entrambe sono radicate nel territorio e hanno una rete capillare specializzata nella raccolta di piccoli investimenti. Il network Dmail, infatti, è formato da circa 130 venditori, Seat ne ha 1300-1400 più altri 100-200 commerciali esterni. Insieme potrebbero contare su una rete ancora più ramificata integrabile per la vendita di altri prodotti (editoriali e non) e potenziando la piattaforma per l’e-commerce. Se mettendo sul piatto, si dice, una quarantina di milioni, Farina-Percassi vorrebbero convincere entro metà luglio la Seat e l’assemblea dei creditori che avrebbero tutto da guadagnare e non da perdere approvando la loro proposta, nei giorni scorsi hanno ricevuto una pesante bocciatura. I fondi titolari di bond e credito Seat, e che rappresenterebbero la maggioranza dei crediti totali, hanno infatti scritto una lettera al vertice della società delle Pagine Gialle, al giudice fallimentare Giovanna Dominici e al commissario giudiziale Enrico Laghi, invitandoli a ignorare la proposta di Dmail e ad andare avanti con il piano originario. Un invito non vincolante che però, accompagnato dalle preoccupazioni dei sindacati, ai quali la proposta Percassi-Farina, non piacerebbe affatto, potrebbe far naufragare definitivamente il progetto Dmail.