Nell’ambito dell’industria grafica, stampa e cartotecnica il settore del packaging sta da tempo acquistando importanza come mercato di sbocco, soprattutto nel segmento del food. La crisi degli ultimi anni ha infatti fatto contrarre numerosi comparti di attività e quindi molte aziende si sono rivolte al mondo degli imballaggi sia nella produzione che collocandosi a valle della filiera: fornitura di carte speciali, etichette, stampa di blister…

Il risultato è che negli ultimi due anni nell’immaginario del settore grafico il packaging si è andato trasformando in una soluzione ideale per tutti i problemi, in un’inesauribile fontana dell’eterna giovinezza. Ma è una visione realistica, o bisogna cogliere eventuali indicatori di stanchezza del segmento e rivedere il posizionamento dell’azienda?

Tutto bene e in crescita costante, dicono le imprese inserite nella business community di Ipack-Ima, il maggiore osservatorio del settore. I produttori guardano alla ripresa in gran parte grazie all’export: le nove categorie di prodotto (beverage, dolciario, chimica, latticini, granaglie, farmaceutico, igiene e bellezza, carni, frutta e verdura) mantengono saldi positivi e compensano così la continua stagnazione della domanda interna.

Ma in tempi di mercati flessibili e veloci bisogna prestare attenzione anche a quelli che gli analisti definiscono “segnali deboli”: e quindi cali di liquidità, agitazioni sindacali, un turnover manageriale accelerato… e soprattutto non puntare su un unico cavallo e non investire troppo in macchinari e risorse specializzate se non si è certi di rientrare dalla spesa con attività di buona prospettiva. Perché il vento può cambiare in fretta.

Proprio a questo proposito c’è molta cautela nell’area di Verona per le recenti tensioni alla Linpac Packaging, filiale della multinazionale inglese specializzata in imballaggi per alimenti, che impiega 83 dipendenti. Ci sono stati quattro licenziamenti e altre quattro dimissioni consensuali e tra sindacati e azienda è iniziato un confronto serrato. Ma se i rappresentanti dei dipendenti parlano di “provvedimenti disciplinari senza precedenti, che anticipano un progetto di riduzione del personale”, Linpac ribatte che “la società è in attivo e sta facendo importanti investimenti in nuovi impianti per nuovi prodotti”.

Di fronte a questo scenario nervoso l’azienda inglese pare comunque avere le carte in regola per continuare a svilupparsi e rappresentare un’interessante prova dello stato di salute del settore packaging, e questo dovrebbe rassicurare le imprese del comparto grafica, stampa e cartotecnica sull’opportunità di investire e tenere a distanza lo stallo del mercato tradizionale. “In Europa la crisi si sente, ma in Italia abbiamo una continua e costante crescita – dice dalla madrepatria il vicepresidente Graeme Robinson –: anzi, è proprio il mix tra crisi e innovazione che spinge al rialzo la nostra quota di mercato”.