Giacomo Leva usa il termine “trattative” che potrebbero portare a tutto (un’integrazione), alla metà (un’intesa commerciale) o a niente. Giuseppe Gilardi invece si limita a parlare di un semplice approccio tra due amici che si conoscono da trent’anni. Quel che è certo è che da un paio di settimane, Giacomo e Giuseppe, alla guida rispettivamente della Leva Arti Grafiche di Sesto San Giovanni e delle Grafiche Milani di Segrate, sul tavolo dei colloqui, oltre all’amicizia, hanno messo anche gli affari. L’idea è quella di studiare un percorso comune che possa portare a una qualche forma d’accordo tra le due aziende. Ma di semplice idea ancora si tratta e bisognerà vedere nelle prossime settimane se dalle parole si passerà, come si dice, ai fatti. Non c’è dubbio, riconosce Giacomo Leva, che il mercato della stampa continui a vivere un periodo difficile e che si sia alla ricerca di formule in grado di consentire economie di scala, un più forte presidio dei mercati e una maggiore competitività. In questo quadro rientra il possibile progetto di collaborazione (o intregrazione) tra la Leva e le Grafiche Milani, entrambe aziende affermate nel mercato della stampa offset di qualità. La Leva conta su circa 7 milioni di euro di ricavi e 42 dipendenti e opera, con un parco macchine a foglio, sia nell’editoriale (stampa la celebra agenda Smemoranda) sia nel commerciale. Le Grafiche Milani sono una realtà più consistente (16 milioni di ricavi, 60 dipendenti e un forte reparto offset di casa Kba con macchine in formato 70×100 e 120×160 a quattro, cinque e sei colori) con una maggiore propensione verso la stampa commerciale e la presenza in un mercato "ricco" come quello del lusso. Sarebbero quindi complementari e in grado, unendo le forze (con un’integrazione o un’acquisizione della Leva da parte delle Milani e la concentrazione in un’unica realtà produttiva) di aumentare il loro impatto sul mercato. Ma, come detto, il condizionale è d’obbligo. La trattativa, o l’approccio che sia, è iniziata. Non resta che attendere se darà i frutti sperati.