Era importante prima e lo è diventata, ancora di più, con la pandemia. Stiamo parlando della sostenibilità. Un tema, forse sarebbe meglio definirlo un valore, che fa sempre più parte del Dna anche delle aziende grafiche. Ed è diventato un progetto articolato di Albertini Packaging Group.

“A questo progetto – spiega Emilio Albertini, alla guida dell’azienda che ha sede a Robecco Sul Naviglio con due stabilimenti (e un terzo in Serbia) e presidente di Assografici – stiamo lavorando già da qualche anno per ottenere la certificazione internazionale EcoAct con la quale vengono definite le tonnellate annue di Co2 che un’azienda immette nell’aria e quindi ci si impegna, attraverso una serie di interventi, a ridurre ed eventualmente compensare, piantumando terreni, le emissioni”.

Sostenibilità, per il gruppo Albertini, aggiunge il suo presidente, significa avere in questi anni investito molto nel geotermico attraverso i cui impianti è stata resa autonoma dal punto di vista energetico (freddo e caldo) la fabbrica di Robecco dedicata alla produzione per il packaging del settore farmaceutico. E nel 2022 questo investimento riguarderà lo stabilimento, sempre a Robecco, dedicato alla produzione cartotecnica per la cosmetica.

Un altro intervento, in tema di sostenibilità, riguarda le auto aziendali fornite ai dipendenti che ne hanno diritto: oggi si tratta di vetture ibride. Ma, continuando negli interventi previsti dal progetto sostenibilità, aggiunge Albertini, “un altro aspetto importante riguarda il fatto di aver scelto fornitore di energia elettrica prodotta al 100% solo da fonti rinnovabili”.

Oltre che essere certificata Iso 14001 già da molti anni, l’azienda sta implementando quindi gli interventi previsti dalla nuova certificazione EcoAct, non solo riducendo le emissioni di CO2 ma, appunto, compensando con le piantumazioni in un terreno, vicino alle due sedi produttive di Robecco, acquisito negli scorsi anni.

Ma Albertini packaging Group sta implementando in maniera importante anche il riciclo e quindi sposando la mission dell’economia circolare. Per questo è stato introdotto il processo di separazione di tutti i rifiuti industriali attraverso il quale, ove possibile, spiega Emilio Albertini “da inizio 2021 siamo arrivati a una quota dell’88,5% di rifiuti industriali avviati al riciclo, con la quota maggiore rappresentata dalla carta da macero”.

L’introduzione del riciclo, permette all’azienda, che punta all’obiettivo dei “rifiuti zero” da una parte di conferire, sostenendo i costi, alle società specializzate gli scarti (si pensi quelli chimici) non riciclabili e dall’altra, grazie alla selezione, di vendere plastica, carta, alluminio, legno.

Il progetto sostenibilità, propedeutico alla stesura e presentazione del primo bilancio sostenibile, da affiancare a quello economico – per cui in Albertini stanno accelerando i lavori – non rappresenta solo un costo. Anzi. “Immettere nel Dna dell’azienda i valori della sostenibilità, infatti, – conclude Albertini – produce anche un ritorno economico. Se la patente della sostenibilità per ora non ha portato nuove commesse, ma è sempre più richieste dai grandi clienti internazionali, l’aver destinato risorse (con un responsabile dedicato solo a questa attività) alla suddivisione dei rifiuti per il riciclo e/o la vendita, ci ha permesso, infatti, di un avere un significativo ritorno economico, così come utilizzare auto ibride permette di risparmiare sulla voce carburante. Avere installato il geotermico ci consente di ridurre la bolletta dell’energia elettrica e non utilizzare più il gas”.

di Achille Perego