Era nata sulle ceneri del gruppo di Mauro Arneri (Roto 2000, Europrinting e Lego 3000) che quattro anni fa era finito in crisi in seguito alle inchieste giudiziarie che avevano coinvolto il suo patron. Ma dopo tre anni circa d’attività la nuova Webprint, società che aveva rilevato l’attività della Lego 3000 di Casarile e ampliato la produzione alla stampa di libri, piana e in rotativa, sembra stia vivendo un momento di crisi finanziaria. Tanto che, secondo fonti di mercato, qualche settimana fa avrebbe pensato di richiedere l’accesso alla procedura del concordato preventivo in continuità aziendale.

Costituita da un gruppo di soci Webprint aveva rilevato in fase di liquidazione le linee a punto metallico della Lego 3000 (Roto 2000 invece era stata in un primo tempo presa in affitto dal gruppo Pozzoni, affitto poi non rinnovato per cui il gruppo di Cisano Bergamasco aveva spostato le due rotative Lithoman a 80 pagine nel suo impianto di Madone) assumendo una decina di ex dipendenti di Arneri.

L’attività iniziale era cominciata in particolare con la stampa di libri (con commesse anche di importanti editori) grazie all’istallazione di una rotativa Timson monocolore (in formato A4 e dp A5) che sarebbe stata acquistata dalla ex Milano Stampa di Farigliano in provincia di Cuneo. A questa macchina si sarebbero aggiunti una Kba a foglio e poi le due rotative a 64 pagine ex Satiz che in fase di liquidazione erano state acquisite dalla società specializzata nella compravendita di macchine da stampa Alcon Holding.

Con queste “nuove” macchine (anche se solo una delle due rotative sarebbe stata messa in produzione mentre per l’altra era stato richiesto un progetto di riammodernamento) la Webprint avrebbe avuto successo sul mercato tanto da aumentare a una trentina i dipendenti e toccare un fatturato di circa 5 milioni di euro.

Il problema quindi non erano le commesse (dai libri al commerciale, dalle riviste ai volantoni della Gdo) che continuano a essere stampate a Casarile ma, come si diceva, la classica crisi finanziaria legata pare anche agli investimenti negli impianti.

Da qui quindi sarebbe nata l’esigenza di ricorrere al concordato preventivo anche per individuare eventualmente l’ingresso di un nuovo socio. C’è chi, al riguardo, avrebbe pensato anche a un ruolo diverso da parte della Alcon Holding, che però non è mai stata interessata a rilevare aziende di stampa, attività al di fuori del suo perimetro d’azione. Si vedrà quindi nelle prossime settimane come evolverà la situazione e se ci saranno sviluppi anche sul fronte di un eventuale passaggio di proprietà. 

Immagine di repertorio