Tra tecnologie laser, processi a ridotto impatto ambientale, materiali sostenibili.

Innovazione tecnologica e di processo, che strizza l’occhio alla sostenibilità anche attraverso l’utilizzo di materiali rigenerati. L’industria del jeans si evolve e i brand del lusso se ne sono già accorti.

Pochi giorni fa Chanel ha annunciato di voler investire per la prima volta nel settore del denim. La maison del lusso ha infatti messo gli occhi sull’italiana FashionArt SpA, specializzata nella produzione di jeans e capi in denim di alta gamma, oltre che di tessuti per borse e scarpe. Riconosciuta per la sua esperienza nel denim, FashionArt ha investito molto nella ricerca tecnologica e nello sviluppo sostenibile. È certificata GOTS (Global Organic Textile Standard), così come tutta la sua catena di produzione esterna.

Anche i capi della limited edition Dim Mak x Candiani Ec-01 (lanciata dal dj Steve Aoki con il denim designer Candiani) si distinguono per l’utilizzo di cotone riciclato, ricavato dagli scarti di produzione, e della tecnologia Refibra, una fibra riciclata creata da Lenzing utilizzando scarti di cotone. ReGEN, tessuto utilizzato nella collezione, è lo stesso che ha vinto l’Itma Sustainable innovation award nel 2019, il premio più prestigioso nel settore tessile. Gli effetti vintage e la grafica sono stati creati utilizzando la tecnologia laser per bruciare delicatamente la superficie del tessuto con vari gradi di intensità. Il filato viene tinto con le tecnologie Indigo Juice e Kitotexa risparmio idrico, innovazioni di Candiani Denim, che esaltano i trattamenti laser personalizzati, conferendo al jeans il suo aspetto distintivo. L’intero processo di creazione consente incredibili risparmi in termini di acqua, sostanze chimiche ed energia rispetto al denim convenzionale, senza compromettere l’estetica, le prestazioni e la durata del prodotto finale.

Già da anni il laser è utilizzato per accorciare la filiera di lavorazione del tessuto denim, supplendo all’utilizzo di tecniche invasive, pericolose per la salute degli operatori e nocive per l’ambiente come sabbiatura, decolorazione chimica, fresatura. L’azienda SEI ha messo a punto un macchinario unico, denominato MATRIX Denim, che permette di ottenere i medesimi effetti di finissaggio delle macchine che operano sul capo cucito, direttamente su rotolo, marcando solo la porzione di tessuto relativa alle sagome che compongono il capo e tagliando il contorno delle sagome stesse. Una rivoluzione che permette di ottimizzare le lavorazioni complementari di lavaggio, dato che molti degli effetti notoriamente ottenuti tramite lavatrice, quali la sbianchitura con cloro e/o permanganato di potassio, l’invecchiamento tramite stone-wash sono ottenuti attraverso il laser.

Anche Levi Strauss & Co. si prepara a un’importante svolta tecnologica e produttiva, grazie alla tecnologia Project F.L.X. (Future-Led-Execution) che si propone di rivoluzionare la progettazione e realizzazione delle finiture dei jeans grazie alla tecnologia laser. Fino ad ora, per realizzare elementi sbiaditi e pieghe sui capi, l’azienda si era affidata a tecniche manuali che richiedono un’alta intensità di lavoro, sviluppata su una ventina di passaggi. Grazie al nuovo processo basato su tecnologia laser, Levi’s ha potuto ridurre quegli ‘step’ a 3.