Sono notizie che sarebbe bello non dare mai ma purtroppo non sono altro che la conseguenza della crisi del settore grafico che in questi anni ha portato alla chiusura anche di grandi e storiche aziende ma non ha risparmiato neppure realtà più piccole, sia nel settore dei fornitori e dell’assistenza sia in quello della stampa. E così all’elenco di aziende in difficoltà che potrebbero cessare l’attività, a meno che non intervenga qualche acquirente disposto a rilanciarle, si sono aggiunte in queste settimane Monigraf di Torino e La Nuova RotoC2 di Cambiago, in provincia di Milano.

 

Nel primo caso, quella di Monigraf, è stata attiva la procedura di messa in liquidazione con la nomina di un liquidatore che entro luglio dovrebbe capire se esistono possibilità di una continuità aziendale con l’intervento di un “cavaliere bianco” oppure non resta appunto che la liquidazione con la vendita degli asset. Nel frattempo sarebbe stato interrotto il rapporto contrattuale di lavoro con i circa 15 dipendenti anche se l’attività non è completamente cessata e vengono evase le ultime commesse e gli ultimi lavori di assistenza in corso. Costituita nel 1973, questa azienda piemontese si è sempre dedicata all’automazione delle macchine da stampa, partendo allora dalle Nebiolo, ed è diventata un nome di riferimento in particolare per il cosiddetto “controllo dei calamai”. Tanto che, come si legge anche sul suo sito “in tutto il mondo il sinonimo di controllo colore si chiama MDS (Monigraf Digital System) un pacchetto completo di comando e gestione delle macchine da stampa, per ottimizzare, migliorare il lavoro degli stampatori”. Negli anni Duemila, sull’onda del crescente successo, erano state aperte filiali in Cina e nel 2008 uno stabilimento di sostegno in Nord America. E ancora oggi non è mai stata messa in discussione la qualità dei sistemi di controllo e di comando Monigraf. La crisi in generale del settore grafico (con costi di gestione molto alti rispetto alla redditività delle commesse) insieme con il passare dell’età dei soci-fondatori (Giancarlo Terzuolo ed Eligio Gervasoni) senza un ricambio generazionale disponibile a subentrare nella guida dell’azienda, come spiegano fonti di mercato, avrebbero portato alla sofferta decisione della messa in liquidazione.

Nessuna decisione in tal senso, ovvero a livello di procedure legali, è stata invece presa ancora da Simone Chiodelli e dalla sorella Veronica, il primo ad e la seconda rappresentante legale de La Nuova RotoC2 di Cambiago. Azienda nata nel 2010 come “costola” della storica RotoC2 di Brugherio appartenente ai genitori e poi liquidata. Nel 2014 La Nuova RotoC2 aveva fatto un importante salto di qualità aprendo la nuova sede in viale delle Industrie a Cambiago, dove era stata installata una rotativa Solna Distributor 302 a piega centrale composta da quattro più sei gruppi stampa proveniente dalla Errediesse di Arcore (gruppo Spreafin). L’obiettivo era quello di ampliare le commesse per la stampa di libri e riviste a basso contenuto di colore che sono ampiamente presenti e diffuse in edicola per enigmistica, giochi e album “colorabili” per i bambini. Nel 2015 era stato raggiunto il massimo dell’attività in questo settore tanto che La Nuova RotoC2 era diventata un punto di riferimento per questo mercato. Il mancato rispetto, fanno sapere dall’azienda di Cambiago, dell’importante contratto in conto terzi che aveva determinato gli investimenti per rafforzare la produzione e il mancato pagamento a ottobre di una rilevante commessa di un editore romano, hanno creato però problemi sia nella gestione finanziaria sia nel ritorno economico dell’attività. Così nei giorni scorsi i due fratelli Chiodelli hanno deciso di cessare l’attività anche se per ora non è stata avviata alcuna procedura ufficiale. Intanto, in attesa di capire quale potrebbe essere la via migliore – e sperando che possano anche concretizzarsi alcune proposte di subentro nell’attività – non sono state più prese commesse e la decina di dipendenti sta smaltendo le ferie.