La crisi non colpisce solo le Pmi dell’area grafico-cartaria, ma anche i big dell’editoria: lo dimostrano alcune notizie contrassegnate dallo stesso colore, un profondo rosso. Il gruppo RCS ad esempio ha chiuso il 2013 con perdite per quasi 220 milioni, che si aggiungono al mezzo miliardo di euro già perso l’anno prima, con ricavi in calo da 1,5 a 1,3 miliardi e previsioni negative anche per il 2014. Stagione di tagli in vista quindi per RCS, ma non per tutti: le redazioni dei quotidiani e il sindacato dei poligrafici infatti protestano per il superbonus milionario riservato a una ventina di dirigenti. Seri problemi finanziari anche per Il Sole 24 Ore, il cui CdA ha approvato un bilancio in rosso di 77 milioni, con un peggioramento di oltre 35 milioni sul 2012 che fa sfondare i 200 milioni di perdite in cinque anni. Per i giornalisti è “il peggior risultato contabile nella storia della società, ai danni di quello che era un gioiello fra le aziende editoriali”. Un ripiegamento di cui ha fatto le spese anche la veronese Athesis, il cui stabilimento tipografico si è visto tagliare un anno fa la commessa di stampa per il Nordest del quotidiano di Confindustria, trasferita al gruppo Colasanto. E non è finita qui: pessimi segnali anche da Torino, dove nei giorni scorsi La Stampa ha rischiato di non uscire per la protesta degli addetti alla manutenzione delle rotative: dopo il primo sciopero a sorpresa di 24 ore, che ha creato disagi e ritardi al quotidiano piemontese, il sindacato minaccia ora altri blocchi del lavoro con presidi davanti alla tipografia. La causa? Il passaggio alla Nicma dell’appalto finora in mano ad Auxilia, con richiesta di riduzione del personale e un cambio di contratto. Secondo Mauro Fontanari, da poco consigliere in Grafica Veneta, chiamato a gestire le attività commerciali coordinate fra l’azienda di Trebaseleghe e la Castelli Bolis dopo l’intesa ufficializzata nei giorni scorsi, “le ripercussioni sul settore sono molto pesanti. L’indotto generato dalle grandi case editrici per le aziende di stampa, comprese molte medie e piccole realtà locali, risente del calo del 10% nei volumi dell’editoria libraria, sia nel segmento in bianco e nero che a colori, anche se con dinamiche differenti”. Nell’editoria periodica va ancora peggio, e questo incide sugli investimenti in rotative e macchine a foglio otto e dieci colori fatti negli scorsi anni. “La riduzione dei volumi nel settore editoriale periodico è ancora più significativa – aggiunge Fontanari dopo alcuni incontri con i principali editori nazionali e internazionali –: la stima è per una perdita di almeno il 15% delle tirature, che si somma alla forte riduzione delle foliazioni, le quali risentono pesantemente della scarsa raccolta pubblicitaria delle testate”. Sullo stesso tono la lettura di Claudio Rossi, di Faenza Industrie Grafiche, imprenditore grafico editoriale impegnato nel direttivo ANES: “Alcuni editori cercano di contenere le perdite abbassando le foliazioni, riducendo drasticamente le grammature e, in qualche caso, perfino la qualità di stampa. Questa situazione pesante si somma al passaggio al digitale di molte testate che porta ulteriori costi. Per fortuna alcuni editori, soprattutto di nicchia, compensano migliorando la qualità dell’estetica e dei contenuti, lavorando magari sulla nobilitazione delle copertine. Meno copie, meno pagine ma più qualità”.