Con Vittorio Rizzi il mondo della stampa perde un esponente che negli anni anni dal dopoguerra alla fine degli anni ’90 ha scritto pagine di grande passione, professionalità e successo. Classe 1922, a 15 anni interrotta la scuola inizia a lavorare alla Vianini, poi riprende gli studi e si diploma perito grafico all’Istituto Santa Marta. Dopo la guerra e la scomparsa del padre Mario, apre un’officina di riparazione e assistenza per macchine da stampa.  Nel 1948 entra alla organizzazione Paolazzi e Capitini e vi rimane sino al 1964 quando la rappresentanza Heidelberg passa alla Macchingraf. “Allora si vendevano anche 500 macchine all’anno – ricorda Rizzi in una recente intervista al Poligrafico – e all’inizio degli anni ’60 la Heidelberg ci chiese di raddoppiare l’obbiettivo”. Rizzi è il primo dipendente della neonata Macchingraf a Baranzate dove resta come dirigente fino al 1987 quando, raggiunti i 65 anni, età della pensione, continua a lavorare come consulente per altri 6 anni. Nel ’93 diventa consulente della AssGraf e vi rimane fino al ’97 quando si ritira in Costa Azzurra per un meritato riposo. Vittorio lascia la moglie Ester, la figlia Marisa, i nipoti Stefano e Ruggero e i pronipoti Zeno, Noa e Oliver. Qui di seguito il ricordo di Rosario Marinoni "Caro Vittorino, non posso assolutamente dimenticare il mio primo incontro con Te nel lontano 1950, ed in tutti questi anni quanta passione hai dedicato al settore grafico. Grazie alla Tua esperienza nei vari settori, quali tipo – offset – rotocalco – legatoria, tutti noi abbiamo imparato a conoscerli sempre di più tramite i tuoi insegnamenti. Non dimentico, l’amico sincero, il collega, il concorrente e ringrazio il destino che ci ha nuovamente uniti per lavorare assieme. Ciao. Rosario "