Dopo nove mesi di trattative, colpi di scena e anche un acceso confronto tra gli azionisti di Rotoalba, il futuro di una delle più importanti aziende grafiche italiane di stampa in rotocalco con oltre 160 dipendenti, sembra tornato al punto di partenza. Per motivi diversi, quasi tutti i pretendenti ad acquisire circa il 75% di Rotoalba, ceduto dal gruppo tedesco Bagel TSB (leader europeo nella stampa rotocalco in joint-venture con Burda), sono usciti di scena. Dalla Rotolito di Bandecchi alla Grafica Veneta di Franceschi. Ma anche Guido Veneziani Editore, che aveva nelle scorse settimane annunciato il raggiungimento dell’accordo, non sarebbe più in prima fila. Veneziani aveva infatti siglato in aprile l’accordo preliminare con il gruppo Bagel (che avrebbe mantenuto circa il 10%) ma non aveva fatto i conti con il diritto di prelazione vantato dagli azionisti (storici) di minoranza (con una quota di circa il 15%), la San Paolo Periodici. Pronti a farlo valere in opposizione all’ipotesi Veneziani per eventualmente poi passare la quota di maggioranza a un altro acquirente. Un’operazione che, per tempistica e modalità, avrebbe però suscitato alcuni dissensi tra i protagonisti di questa, ormai interminabile, partita. Così tutto è tornato in alto mare. O meglio al punto di partenza. All’inizio delle trattative, ormai nove mesi fa, infatti, in prima fila per acquisire Rotoalba (con il consenso, pare, degli stessi Paolini) c’era la Ilte di Vittorio Farina. E oggi è proprio la Ilte la super candidata a chiudere l’accordo. A meno quindi di nuovi colpi di scena, nelle prossime settimane dovrebbe essere messa la parola fine con la cessione della quota di maggioranza di Rotoalba dal gruppo Bagel all’azienda di Moncalieri. Più che mai interessata, come del resto gli altri pretendenti, a una delle poche aziende rotocalco italiane che stanno reagendo meglio alla crisi del mercato tanto che Rotoalba (con una produzione orientata verso riviste periodiche ad alta tiratura a partire da Famiglia Cristiana ma con importanti commesse commerciali come quella per i cataloghi Ikea) ha chiuso il 2011 con un fatturato cresciuto del 10% a circa 35 milioni di euro.