Come molti altri settori, anche la ristorazione sta attraversando un periodo buio del quale non si riesce a intravedere la fine. Il sistema di aperture e chiusure cadenzate rischia di far crollare a picco centinaia di attività, dalla trattoria di quartiere allo stellato, senza esclusione di colpi.

In un momento così “teso” dell’emergenza, c’è chi si domanda se i ristoranti così come li conoscevamo sono destinati a sopravvivere alla pandemia o dovranno necessariamente trasformarsi. Vero è che i concetti di connettività e usability, che già hanno investito gli store, non sono passati inosservati nell’ambito della ristorazione. Tanto più in un momento storico in cui l’avvento del delivery ha accelerato la trasformazione digitale di molte attività. Ben prima dell’inizio dell’emergenza, nelle grandi città erano già molto diffusi sistemi di ordinazione interattivi, attraverso l’utilizzo di monitor touchscreen posizionati all’ingresso del locale o sui tavoli.

Alcuni ristoranti stanno sperimentando l’utilizzo di sistemi che aiutino a stimare l’arrivo dei clienti per effettuare la consegna in maniera puntuale, evitando la creazione di code e assembramenti; altri utilizzano la geolocalizzazione per mandare notifiche push e avvisi mirati.

Grande potenziale acquisisce la realtà aumentata. Secondo la ricerca What matters to consumers when buying food condotta da DNV GL, l’emergenza Covid ha modificato le priorità dei consumatori. Il tema della sicurezza alimentare ha acquisito notevole importanza e rappresenta la prima preoccupazione per il 55% degli intervistati, insieme a quello della salute, prioritario per il 53%.

A tal proposito, una delle difficoltà rese note dai produttori riguarda la necessità di inserire sempre più informazioni, nutrizionali e non, non avendo a disposizione sufficiente spazio su packaging ed etichette. Per far fronte a questo problema, molti ristoratori stanno progressivamente implementando sistemi di Product Visualization all’interno dei menù. Sempre più diffuso l’utilizzo di QR code stampati su tovagliette, menù cartacei o su qualche insegna all’esterno ed interno del ristorante che, se scansionati, permettono di accedere a tutte le informazioni in maniera dettagliata e aggiornata.

L’utilizzo di QR code e realtà aumentata nei menù permette di superare eventuali barriere linguistiche (mettendo a disposizione le differenti opzioni in più lingue), ma anche di migliorare l’esperienza dei consumatori, sempre più attenti alla ricerca di esperienza low-touch.

Secondo alcuni operatori del settore, nonostante le difficoltà derivanti dalle attuali chiusure, il settore della ristorazione è destinato a vivere un’epoca paragonabile ai ruggenti anni Venti. La voglia di rinnovata socialità porterà i consumatori a preferire, laddove possibile, un pranzo o una cena fuori, dopo mesi di consegne a domicilio. Il take-away, il potenziamento dei canali e-commerce e dell’assistenza clienti virtuale continueranno a esistere e, anzi, dovranno essere integrate nelle strategie di marketing mix di ciascuna attività.

di Caterina Pucci