Il conto alla rovescia per far ripartire la produzione nella ex Cartiera Burgo di Mantova è cominciato. La cartiera, chiusa nel 2013 dopo oltre cent’anni di onorato servizio era stata acquistata circa quattro anni fa dal gruppo trevigiano Pro-Gest, leader in Italia e tra i primi in Europa nella produzione integrata verticalmente di carta, cartone, imballi e packaging. Un primato che poggia le radici nell’utilizzo della carta riciclata.

Il progetto coltivato dal gruppo guidato da Bruno Zago era ambizioso. E prevedeva l’investimento di oltre 150 milioni per produrre a Mantova non più carta da quotidiano ma carta riciclata per imballaggi. E fare diventare del riconvertito ex impianto Burgo il più grande stabilimento in Italia per la produzione di carta per ondulatori e coprire così buona parte della quantità di prodotto che attualmente viene importato nel nostro Paese. Il progetto, che prevedeva la riattivazione della cartiera al massimo all’inizio del 2017, si era fermato però per i ricorsi presentati da ambientalisti, partiti, movimenti politici. Ricorsi che a maggio erano però stati respinti dal Tar. Restando sempre aperta la via del Consiglio di Stato, negli ultimi mesi, come riporta la Gazzetta di Mantova, in viale di Poggio Reale, sede della ex Burgo, le persone all’opera sono arrivate a toccare quota 500 tra dipendenti diretti e ditte in appalto. Un cantiere non-stop per non trovarsi impreparati davanti all’eventuale verdetto a favore del Tar.

Così, il gruppo che fa capo alla famiglia Zago, nelle scorse settimane, come riporta sempre la stampa locale, aveva annunciato la partenza della cartiera di Mantova nel mese di luglio producendo la carta per cui è stata autorizzata, nei quantitativi e nelle qualità previste, dall’Aia l’estate scorsa. Quindi: 575 tonnellate di carta al giorno invece di 1.159, portata ridotta del 50% anche per l’inceneritore (che in base a quanto autorizzato nel 2000 e nel 2014 poteva bruciare 80mila tonnellate all’anno mentre oggi è dimezzato a 39mila) e divieto di bruciare rifiuti da fuori.

L’azienda resta intanto in attesa del completamento del procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via), avviato l’ottobre scorso, per poter sbloccare la piena potenzialità produttiva e avrebbe fatto sapere che confida di ricevere in breve tempo questo provvedimento, in quanto il progetto è già stato vagliato sia dagli enti durante la conferenza di servizi per la prima Aia del 2016, sia in sede di verificazione chiesta dal Tar al Politecnico. Se le previsioni parlano di inizio 2019 per un’eventuale produzione raddoppiata, il gruppo, come riportato ancora dalla Gazzetta di Mantova ha sostenuto nelle scorse settimane che “l’obiettivo è il ripristino della quantità di carta autorizzata in precedenza, che, come accertato dal verificatore e ora anche dal Tar, non presenta alcuna criticità ambientale” ribadendo che la procedura di Via in corso “riguarda esclusivamente il ripristino della capacità produttiva della cartiera e non apporta alcuna modifica al termovalorizzatore così come già analizzata dal Tar”. Ovvero: l’inceneritore resterà comunque dimezzato.