In cassa non c’erano più i soldi per pagare la carta, l’inchiostro e la bolletta della luce. Così, nonostante non mancasserrro le commesse di stampa, nei giorni scorsi la Mazzucchelli di Seriate è stata costretta a cessare l’attività, dopo che a metà giugno l’azienda, che fa capo al gruppo Guido Veneziani Editore aveva fatto richiesta al Tribunale del concordato preventivo in bianco.
Proprio mentre lo storico quotidiano L’Unità è tornato in edicola, senza però più essere lui a salvarlo – essendo stato messo ai margini dalla nuova compagine sociale che ha riportato il giornale fondato da Gramsci in edicola – sembra arrivata ormai al capolinea l’avventura di Guido Veneziani come stampatore. Un’avventura cominciata nel 2012 con l’acquisto della RotoAlba, storica tipografia dei Paolini, poi della Mazzucchelli e quindi delle attività della nuova Satiz (ex Ilte e poi finita con un’operazione di management buy out ad Alessandro Rosso) e della Enerprint di Moncalieri (ex gruppo Farina) con l’affitto anche di una Manroland Colorman sulla quale viene stampata una parte della commessa delle Pagine Gialle. A queste si era aggiunto in Francia lo stabilimento di stampa rotocalco Helio Lys, ribattezzato Roto Alba France.
Di questo nuovo polo della stampa italiano (la velocità con cui era stato creato aveva destato più di una perplessità sul mercato ma Veneziani aveva sempre prospettato investimenti e crescita per le imprese acquisite) ormai restano solo una serie di aziende chiuse o fallite. Il fallimento – chiesto dalla stessa azienda al Tribunale di Asti – ha riguardato innanzitutto un mese fa RotoAlba, con oltre 130 lavoratori che rischiano di perdere il posto. Più o meno negli stessi giorni il tribunale di Lille metteva in liquidazione giudiziaria l’azienda francese. Ma, come annunciato, non è ripartita neppure l’attività a Moncalieri (dove era stato prospettato il riassorbimento di circa 150 dipendenti ex Ilte e Satiz) ed è cessata anche quella della Mazzucchelli. Con una serie di richieste di concordato in bianco che hanno riguardato anche la casa editrice che edita magazine come Vero, Stop, Miracoli.
La cessazione del’attività a Seriate ha già fatto scendere in campo le istituzioni politiche – dal consiglio comunale ai parlamentari della zona – ma per ora, rileva con amarezza Paolo Turani, segretario della Slc-Cgil di Bergamo, la situazione rimane drammatica. L’altro giorno, aggiunge, abbiamo firmato l’accordo per la cassa integrazione straordinaria di 24 mesi per i circa cento dipendenti della Mazzucchelli “ma l’azienda ci ha detto che non ha neanche un euro disponibile per anticipare il pagamento della cassa e quindi gli operai dovranno aspettare almeno sei mesi per ricevere i pagamenti, tenendo conto oltretutto che vantano un paio di mensilità arretrate e la quattrodicesima non versate”.
La speranza è che, in attesa di sapere se il Tribunale omologherà o meno la richiesta di concordato, si faccia vanti qualcuno per rilevare l’attività della Mazzucchelli “prima che – aggiunge Turani – vengano meno tutti i potenziali clienti”. Rumor di mercato, raccolti anche in ambienti sindacali, dicono che qualche possibile pretendente, sia italiano (tra cui pare la Graphicscalve, azienda bergamasca della Val di Scalve che ha un impianto produttivo anche a Seriate) sia straniero stia osservando la situazione ma ancora vere e proprie proposte non sarebbero arrivate.
I problemi per Guido Veneziani, che come riportato nelle scorse settimane da Il Fatto Quotidiano sarebbe anche stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Asti per bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice in merito alle vicende di RotoAlba, non finiscono qui. La Guido Veneziani Editore – dove un paio di mesi fa era scattato uno sciopero a oltranza dei giornalisti per il ritardo degli stipendi, sciopero poi rientrato di fronte al piano di pagamenti proposto dall’azienda – secondo una notizia del quotidiano online Lettera43 avrebbe presentato la domanda di concordato in bianco al Tribunale di Milano il 18 giugno 2015, per tutta la holding. I giornali del gruppo, sempre secondo Lettera43, continuano a uscire grazie a un cambiamento nell’assetto societario che ne garantisce la pubblicazione. La Gve, infatti, avrebbe dato in affitto le testate a un’altra società, la vecchia concessionaria di pubblicità Gvp (Guido Veneziani pubblicità) a cui sarebbe stato cambiato il nome in Vero communication.
Lettera aperta
Prendendo spunto dalla vicenda del gruppo Veneziani un imprenditore del settore ci fa avere questa “lettera aperta” che volentieri pubblichiamo.
Buon giorno a tutti,
spero fortemente che questa ennesima tragedia abbattutasi sul nostro già fragile settore – che porterà alla perdita di un posto di lavoro per più di 250 famiglie – possa essere uno degli ultimi casi di cui ci troveremo a parlare.
Tutto questo per colpa di un “cosiddetto” imprenditore che è riuscito a distruggere in pochi anni il nome di un’azienda storica; il tutto ci servirà ancora una volta per capire che bisogna cambiare e unire le nostre forze per scongiurare definitivamente questo orrore.
Chi sono le principali vittime ancora una volta?
250 famiglie senza lavoro e fornitori messi in ginocchio.
Tutto ciò sta portando il nostro settore ad essere messo alla berlina…
Non è giusto e non ce lo meritiamo, quindi smettiamo di continuare a pensare ai nostri singoli interessi e cominciamo a ragionare come se fossimo veramente una Nazione corporativa che tutto il mondo ci invidia per la nostra imprenditorialità, creatività, intelligenza e ancora più importante, bontà d’animo e solidarietà; pensate che a causa di questa ennesimo fallimento ci saranno tantissime aziende e di conseguenza famiglie sul lastrico, senza che i veri responsabili paghino per le loro colpe:
facciamo in modo che ciò finalmente accada.
Noi siamo una delle realtà che circa sette mesi fa si e’ rifiutata di servire questa azienda, pur conoscendo all’interno di essa tanti seri professionisti, perché non credevamo fino in fondo alle capacità e all’affidabilità di questo imprenditore.
Il risultato è stato che non abbiamo ricevuto il pagamento di 45.000,00 euro di scaduto.
Quindi, pur non servendo più questo cliente, abbiamo avuto ugualmente un danno concretizzatosi nell’ insoluto del retroattivo e ad oggi, grazie al concordato in bianco, non riceveremo più niente.
Altre aziende come noi hanno optato per la medesima scelta e purtroppo nessuno riceverà mai lo scaduto.
Le aziende che hanno continuato invece a servire questa ditta pagheranno ancora più gravemente le conseguenze della loro decisioni, queste ultime probabilmente maturate dalla necessità di lavorare.
Tutto ciò e’ inaccettabile .
Allora io dico :
se tutti ci fossimo rifiutati di servire questa azienda e ci rifiutassimo anche di continuare ad essere fornitori di quelle con analogo comportamento, ci troveremmo in questa situazione?
Quindi perché non reagiamo tutti insieme mettendo fine a questa inaccettabile fase storica? Abbiamo fior di associazioni che dovrebbero servire proprio a questo.
Vediamo finalmente con Assografici, Assolombarda, Assocarta, ARGI ecc ecc di mettere fine a questo massacro. Lottiamo insieme per mettere il punto fine a questa situazione. Cominciamo dai pagamenti sicuri, abbiamo una legge? Facciamola rispettare, proteggiamo il nostro settore, andiamo a Roma a spiegare cosa sta succedendo.
Ho la fortuna di girare spesso il mondo per lavoro: mi ha colpito il forte legame dei cittadini con il proprio paese negli Stati Uniti; gli americani tengono molto alla loro bandiera e al suo significato, la si vede esposta ovunque, ed ogni cittadina possiede la sua bandiera riprodotta in grandissima dimensione.
In Italia sembra che non ci sia invece la fierezza dell’appartenenza a quello che è considerato uno dei paesi più belli al mondo, culla dell’arte e della cultura.
Torniamo anche noi ad essere fieri del tricolore attraverso proposte serie e concrete, volte a fermare l’illecito e valorizzare i veri valori imprenditoriali.
Roberto Levi
CEO Printgraph Spa