Con i sindacati si stanno svolgendo i tradizionali incontri di routine ma non è lontano il momento in cui Elcograf (Pozzoni) dovrebbe aprire un tavolo nazionale per la riorganizzazione del gruppo presso il ministero dello Sviluppo economico (Mise). Dopo anni di espansione per linee esterne e alla luce sia delle difficoltà del mercato editoriale e commerciale (in particolare quello dei periodici e della stampa rotocalco) sia della vertenza ancora aperta con la Mondadori che lo scorso anno aveva ridotto – non rispettando i contratti, secondo Elcograf – le commesse di stampa (specie negli stabilimenti ex Mondadori di Verona, di Cles e di Melzo), Elcograf sta lavorando al piano di riorganizzazione che interesserà gran parte degli impianti in Italia.

Dal 1° gennaio è diventata operativa la fusione per incorporazione di Niiag ed Eurogravure (ex Arti Group) in Elcograf. I circa 360 dipendenti del Niiag e i 150 di Eurogravure, per i quali l’anno scorso si era arrivati dopo una lunga trattativa alla firma degli accori sindacali per la revisione della struttura salariale di secondo livello allineandola a quella prevista per tutti gli altri dipendenti del gruppo di Cisano Bergamasco (salvo alcune parziali eccezioni riguardanti gli istituti di secondo livello dei lavoratori ex Rcs) sono entrati così a far parte direttamente del perimetro di Elcograf che conta circa 1500 dipendenti.

Gli impianti di Bergamo e Treviglio quindi da quest’anno si sono aggiunti agli altri siti produttivi di Elcograf (nome dato anche a Niiag ed Eurogravure anche se gli accordi in sede di acquisizione delle aziende prevedono la possibilità di utilizzare anche le vecchie sigle commerciali): Verona, Melzo, Madone, Cles, Pozzo d’Adda, Cinisello Balsamo (ex Amilcare Pizzi) e Borgaro Torinese (ex Canale). Stabilimenti che possano contare su una potenza di fuoco di impianti sia roto, sia a foglio, rotocalco e digitale. Accantonata, per il momento, la stagione della crescita per linee esterne – anche se in Pozzoni, come sempre, sono pronti a valutare eventuali opportunità che si presentassero – il 2020 sarà l’anno dedicato proprio alla riorganizzazione e all’efficientamento de siti produttivi razionalizzando le specifiche produttive cercando di rafforzare per ogni sito produttivo la sua vocazione principale evitando le sovrapposizioni di stampa e commesse.

La riorganizzazione dovrebbe servire anche per recuperare redditività in un mercato che continua a mostrare segnali di difficoltà con il fatturato di Elcograf che nel 2019 – il bilancio sarà approvato nelle prossime settimane – dovrebbe avere registrato una contenuta flessione rispetto ai circa 158 milioni del 2018 mentre, sempre nel 2018, tutte le attività in Italia del Gruppo portano i ricavi vicini ai 290 milioni. La riorganizzazione includerà anche il ricorso ai prepensionamenti. Una misura favorita dall’ultima Legge di Bilancio che, grazie agli emendati presentati, fra gli altri, dal senatore di origini veronesi Vincenzo D’Arienzo (che aveva citato espressamente il caso Elcograf e il tavolo di crisi aperto per la ex Mondadori) ha previsto lo stanziamento di oltre 60 milioni fino al 2027 per favorire i prepensionamenti dei poligrafici. Tra cui, quindi, anche quelli della Elcograf che potrebbe utilizzare i fondi a disposizione nell’arco di un quadriennio e presentando un piano di ristrutturazione al ministero del Lavoro.

di Achille Perego

 

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