Potrà la digitalizzazione aiutare le imprese a  diventare più efficienti e soprattutto più  sostenibili? Grazie alle nuove tecnologie le  aziende hanno la possibilità di avere a  disposizione dati aggiornati in tempo reale che fino  a pochi anni fa era un’impresa reperire e gestire.

Grazie al 4.0, macchinari interconnessi parlano fra loro, forniscono informazioni sul processo prodotti, lo stato dei consumi energetici, eventuali disfunzioni. Diventa facile così rintracciare una dispersione di calore o un aumento inconsueto del consumo idrico. La manutenzione viene eseguita in modo tempestivo, facendo risparmiare tempo prezioso e denaro all’impresa. La riparazione, poi, può essere effettuata anche da remoto grazie alla realtà aumentata. L’efficienza si lega a doppio filo con la sostenibilità: quantificare dove si possono ottimizzare i consumi di energia e acqua è più che necessario, soprattutto alla luce delle crisi che si sono abbattute sull’economia mondiale, prima la pandemia e poi i venti di guerra che spirano dall’Ucraina. Riuscirà l’Europa a mantenere i suoi impegni a fronte della crisi energetica? Nell’emergenza si potrebbe fare un passo indietro, ma il futuro è in mano alle fonti rinnovabili. L’obiettivo dell’Unione europea, infatti, molto ambizioso: essere il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050 e questo sta spingendo i Paesi membri a ripensare le produzioni industriali seguendo i dettami dell’economia circolare.

Digitale e Green Deal
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel 2019 ha dichiarato l’importanza di “riconciliare l’economia con il nostro pianeta, conciliare il modo in cui produciamo e il modo in cui consumiamo con il nostro pianeta e farlo funzionare per la nostra gente”. Nel 2020, sempre la von der Leyen ha sottolineato che “le tecnologie digitali sono un fattore fondamentale per conseguire gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal in molti settori diversi”. Il Green Deal è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’Unione europea sulla strada di una transizione verde. In questo ambito le linee guida europee risultano in stretta correlazione con gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’ambito dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dove, tra gli altri, si identificano modelli di produzione e consumo responsabili e tutela delle risorse naturali ed energetiche. Nel nostro Paese le misure agevolative sono volte a un cambio di paradigma, sia sul fronte digitale sia su quello ambientale. L’Italia nell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) calcolato della Commissione europea è ancora molto indietro: ci troviamo alla 20ª posizione sui 27 Stati membri dell’Ue. L’Italia è 23ª per connettività e 18ª nell’ambito della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Risultati migliori della media europea riguardano la digitalizzazione delle imprese: l’Italia sale al 10° posto con il 69% delle PMI italiane con un livello di intensità digitale almeno di base.Una spinta per favorire l’innovazione tecnologica in azienda si trova nei diversi Crediti d’Imposta. Dal 2020, oltre a quella già consolidata sulla Ricerca e Sviluppo, sono state aggiunte altre misure riguardanti l’Innovazione Tecnologica, Design e Ideazione estetica. Il credito di imposta Innovazione Tecnologica riguarda le attività finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati; si intende un bene, un servizio o un processo che si differenzi in modo sostanziale sul piano delle caratteristiche tecniche o sul piano dei processi aziendali (componenti, facilità d’impiego, prestazioni, efficienza, eco-compatibilità o ergonomia) rispetto a quelli già realizzati dall’impresa.

Industry 4.0 ed economia circolare
Quando l’innovazione punta alla trasformazione dei processi in ottica 4.0 oppure alla transizione verso l’economia circolare, parliamo di Innovazione Tecnologica Digitale o Innovazione Tecnologica Green. Particolare attenzione meritano le imprese che investono in attività di Ricerca & Sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno, in quanto con il Decreto Rilancio, per i periodi di imposta 2021 e 2022, sono state introdotte aliquote maggiorate in funzione della dimensione aziendale proprio per sostenere le PMI al Sud, un territorio da valorizzare e supportare con maggior forza.Per quanto riguarda i beni strumentali “intelligenti”, il Credito d’Imposta Beni Strumentali 4.0 è stato prorogato con aliquote decrescenti fino al 2025. La misura agevola tutti gli investimenti ricompresi nell’Allegato A della circolare 4E del 30 marzo 2017. Tutte le macchine devono avere il controllo per mezzo di un CNC, Computer Numerical Control, ovvero il controllo numerico diretto da un pc esterno e/o di un PLC, Programmable Logic Controller (un hardware componibile che viene adattato a seconda del processo di automatizzazione), l’interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o Part Program, l’integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo. Seguono: interfaccia uomo-macchina semplici e intuitive e la rispondenza ai più recenti standard in termini di sicurezza, salute e igiene del lavoro.Non bastano però queste caratteristiche affinché il macchinario o l’impianto siano considerati 4.0 e quindi agevolabili. Le macchine dovranno soddisfare almeno due di questi tre parametri: sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto, monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo e caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico). Ai fini agevolativi, se un macchinario risponde a tutte le caratteristiche dei beni materiali 4.0, ma l’azienda non ha una rete che interconnetta i macchinari, il bene verrà considerato come bene strumentale ordinario. A questo proposito esistono software house specializzate per l’interconnessione dei macchinari che possono disegnare la soluzione più adatta e meno dispendiosa per risolvere questo aspetto. Un aspetto che a volte frena un iniziale desiderio d’innovare.

“Spesso le imprese che stanno per acquistare un macchinario non sono state informate di tutto l’iter per ottenere l’agevolazione sul 4.0 e non solo – spiega Luca Nerelli, Strategic Partnership Manager di Ayming Italia Srl SB. Prima di procedere all’acquisto le PMI possono avvalersi della Nuova Legge Sabatini che permette di accedere a un finanziamento agevolato per l’acquisto di macchinari, attrezzature, beni strumentali materiali e immateriali”.

Come accedere alle agevolazioni
L’agevolazione è concessa in forma di contributo in conto impianti al tasso d’interesse del 2,75%. Il contributo viene maggiorato del 30% (3,575% annuo) per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica che hanno come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie 4.0. Un altro tassello fondamentale è capire se il macchinario che si va ad acquistare ha bisogno di modifiche oppure, come dicevamo, di software ad hoc affinché sia possibile l’interconnessione: “L’optimum è sicuramente avere un confronto fra una figura tecnica esperta di agevolazioni 4.0 e il fornitore, in modo che si comprenda fin dall’acquisto quali siano i passi più giusti da fare – prosegue Luca Nerelli. L’impresa oppure il fornitore si possono quindi avvalere di consulenti specializzati che facilitino da un lato l’acquisto, ma anche il processo di vendita da parte delle aziende produttrici. Ayming Italia ha sposato questa filosofia: supportare il fornitore in modo che le aliquote e le svariate opportunità offerte dal PNRR possano essere un volano per la vendita. Stesso discorso con le aziende che devono acquistare macchinari 4.0: è imprescindibile per l’impresa potersi affidare a chi ha le competenze per verificare immediatamente quale sia il percorso migliore da fare per accedere alle agevolazioni”.

Nei prossimi anni, grazie al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il pacchetto di aiuti europei varato in Italia, le opportunità di accedere a finanziamenti agevolati e anche ad interessanti fondi perduti non mancheranno, sul territorio nazionale come anche in Europa, grazie a Horizon Europe. Non possono quindi mancare figure di supporto che in questo mare magnum di opportunità sappiano cogliere quelle migliori e quelle più sicure.

di Francesca Sassoli, Ayming Italia Srl SB