C’è chi ha chiuso, chi ha ridotto l’attività, ricorrendo anche alla cassa integrazione e chi va avanti, pur tra non poche difficoltà. È lo scenario delle principali aziende di stampa del Bergamasco, il territorio più colpito dall’epidemia di Coronavirus. «Ogni azienda ha fatto scelte diverse – spiega Paolo Turani, segretario generale della SLC-CGIL di Bergamo -. C’è chi ha sospeso l’attività o una parte di essa e chi ha proseguito nonostante le difficoltà, comprensibili in un’azienda grafica, a rispettare le misure previste dai decreti del governo, con il problema di reperire i dispositivi di sicurezza, a cominciare dalle mascherine, che non sono sufficienti neppure per gli ospedali, al distanziamento fra un lavoratore e l’altro durante la produzione».

La chiusura, riferita alla legatoria (con circa 600 dipendenti) è stata decisa in queste settimane dal gruppo Boost Italian Mood di Marzio Carrara a San Paolo d’Argon, mentre è proseguita l’attività di stampa e, aggiunge Turani, “stiamo già confrontandoci con l’azienda su quando e come gestire la ripresa dell’attività quando sarà superata l’emergenza”. Chiusa anche la Pigna di Alzano Lombardo che aveva anticipato la fermata produttiva prima che il decreto imponesse il blocco alla produzione della scolastica non considerata essenziale mentre, ricorda sempre il segretario generale della SLC-CGIL di Bergamo, la produzione è proseguita alla ErreStampa di Orio Al Serio, alla Graphicscalve di Vilminore di Scalve e Costa di Mezzate e negli impianti Elcograf (ex Niiag ed ex Eurogravure) di Bergamo e Treviglio.

«Alla Elcograf – conclude Turani – avevamo chiesto di sospendere l’attività, anche per alcuni giorni, al fine di valutare al meglio le condizioni di sicurezza e consentire la sanificazione dei reparti. L’azienda, adducendo le sue ragioni, ha invece deciso di non sospendere la produzione anche se la scorsa settimana è ricorsa a una settimana di cassa integrazione a Treviglio, dovuta all’alto numero di personale in malattia, limitando l’operatività solo ad alcuni reparti come la confezione, la manutenzione e la centrale termica». Pur riconoscendo le difficoltà non dovute a proprie responsabilità ma all’emergenza Covid-19 che ha reso difficile l’approvvigionamento di dispositivi medici di protezione, a partire dalle mascherine, e il reperimento di aziende specializzate nella sanificazione degli ambienti, in Elcograf – chiamata a onorare commesse e contratti già acquisite mentre l’epidemia ha sospeso ordini in particolare quelli proveniente dall’estero e quelli della Gdo – fanno sapere di avere rispettato tutti i dettami previsti dal Dpcm per consentire la sicurezza dei lavoratori tra i quali, a ora, non è segnalato alcun caso conclamato e ufficiale – cioè con la prevista comunicazione all’azienda da parte della Asl di Bergamo – di contagio da Coronavirus.

di Achille Perego

 

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