30,9 miliardi di euro di fatturato con un export di 9,5 miliardi di euro nel 2014, 716 mila addetti tra occupazione diretta ed indotto e riciclo dei propri prodotti pari al 60%. Sono i numeri che definiscono la realtà della Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione (stampa, cartotecnica e trasformazione pesano per quasi la metà con oltre 14 miliardi di fatturato nel 2013).
Otto associazioni imprenditoriali si sono riunite la settimana scorsa a Roma, nella Sala Capitolare del Senato presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, per l’incontro “Senza lettura non c’è crescita. Quotidiani, periodici e libri come leva per lo sviluppo”.
Acimga, Aie, Anes, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg, richiamano l’attenzione sul calo della lettura e dei consumi culturali nel nostro Paese, soprattutto tra i giovani. Infatti la lettura rappresenta uno degli «asset» fondamentali di un Paese in grado di fornire competenze ai giovani per il loro futuro, ma anche di far crescere la domanda di libri, quotidiani e riviste. A questo fine la Filiera avanza la proposta di un «bonus lettura» per la crescita dei giovani lettori e, quindi, più in generale di tutto il Paese.
I dati sulla lettura in Italia sono preoccupanti: oltre 800 mila persone sono uscite dal mercato della lettura di libri – più della metà della popolazione legge meno di un libro all’anno – oltre 1,9 milioni di persone hanno smesso di leggere abitualmente un quotidiano e 3,6 milioni di persone un periodico.
Un tale scenario è solo in parte imputabile alla crisi economica generale, essendo anche l’effetto di un sempre più ridotto consumo di offerta culturale rispetto agli altri beni. Con il “bonus lettura” – un buono-spesa che consentirebbe ai giovani di età compresa tra i 18 e 25 anni di acquistare libri e abbonamenti a quotidiani e periodici, pagando solo il 25% del prezzo (il restante 75% verrebbe pagato con il bonus fino ad un massimo del contributo pubblico di 100 euro a persona) – si intende incentivare i giovani alla lettura e al consumo di prodotti culturali.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per presentare l’indagine che la Filiera affida
annualmente al prof. Alessandro Nova dell’Università Bocconi. Nova, nell’illustrare i dati complessivi del settore, ha sottolineato come in un Paese che ha l’ambizione di rimanere nel G -20 la lettura (e quindi la cultura) è un “asset” straordinariamente importante. “La misura di un “bonus lettura” per i giovani – ha evidenziato Nova – fa leva sulla parte più importante della società e fa ripartire così tutto il Paese”.
“L’austerità non fa bene all’Europa della cultura e della lettura – ha ribadito Giuseppe Roma del Censis – visto che negli anni della crisi, dal 2007 a oggi, i lettori persino nella UE sono calati dal 71% al 68% e ancor peggio in Italia, dove alla minore disponibilità di reddito e alle difficili condizioni lavorative dei giovani, non corrispondono indispensabili politiche di sostegno pubblico. La lettura di libri e giornali – ha concluso Roma – è il principale strumento per irrobustire le competenze individuali, condizione
indispensabile per tornare a crescere”.
Nel suo intervento, il Presidente della 7a Commissione del Senato, Istruzione Pubblica e Beni culturali, Andrea Marcucci, ha sottolineato come ci siano le condizioni per andare nella direzione auspicata dalla Filiera coniugando la competizione economica con quella qualitativa. In questo modo, ha concluso, si possono creare le condizioni affinché il sistema-Paese si impegni con forme di sostegno della lettura che premino la qualità nella informazione e nella formazione.
Infine Franco Di Mare, scrittore e giornalista, ha testimoniato di come la cultura sia un antidoto alla mostruosità della storia. Lo sanno bene i suoi detrattori: nel 1992, a Sarajevo, la prima azione bellica fu infatti la distruzione della biblioteca moresca della città, dove Talmud, Torah, Bibbia e Corano erano l’uno accanto all’altro così come le differenti etnie prima della guerra.