Finalmente in Italia ci sono campanili che non si fanno ombra e che non impediscono lo sviluppo, anzi lo promuovono. Sono quelli che appaiono sul logo di “Comunico Italiano”, la nuova aggregazione tra imprese grafiche dell’Emilia Romagna, nata dalla fusione delle storiche Associazioni di Bologna e di Modena. Un risultato fortemente voluto da Roberto Moreschini e Massimo Pellegrini, che dopo aver guidato le aziende dei loro territori oggi percorrono insieme la nuova strada come presidente e vice.

“Abbiamo concluso un percorso partito un anno fa, quando è nata la commissione mista Bologna-Modena e abbiamo iniziato a ridisegnare lo statuto – dice Moreschini, titolare della Cartotecnica Moreschini di Budrio –. La prima assemblea congiunta è stata il 17 dicembre, una vera festa di Natale. Ora con le nomine varate dal direttivo del 15 gennaio siamo operativi a tutti gli effetti. C’è una seconda vicepresidente, Alessandra Naldi, il tesoriere è Claudio Brusori e tra i probiviri sono lieto di avere con noi Gianluigi Poggi. Gli associati sono 60, ma le richieste di adesione sono già molte”.

La scelta di chiamare l’associazione “Comunico Italiano” indica già gli obiettivi del nuovo organismo: proiettarsi oltre il territorio e allargare il campo d’azione al di fuori dei settori tradizionali, la grafica, la cartotecnica, il packaging… “Le opportunità di crescita vengono dai comparti innovativi, soprattutto legati alle attività web – aggiunge Moreschini –: non li dobbiamo considerare avversari ma colleghi nella comunicazione integrata. Sul piano del territorio, oltre a Bologna, Modena e a una parte della Romagna e di Reggio, stiamo esaminando l’ipotesi di aggregazione anche delle aziende di Parma”.

L’ambizione di “Comunico Italiano” è creare un punto di riferimento per il settore con le attività promozionali, i corsi tecnici e gli eventi che richiamino studenti e aziende. Non a caso la sede è all’interno della scuola Aldini Valeriani, l’eccellenza formativa del settore. E cresce anche la partnership con le associazioni imprenditoriali, rafforzata in settembre in occasione di “Farete”, la vetrina delle aziende dove Unidustria Bologna ha dato spazio e visibilità alle imprese del cartografico impegnate nell’unificazione.

“Comunico Italiano” (a proposito, il marchio è opera di una studentessa di Cento, scelto fra i progetti dei ragazzi) guarda ai prossimi impegni: soprattutto il meeting in calendario a maggio a Bologna, incentrato sui molteplici mondi della stampa, con un focus sulla sicurezza e una convention tra tecnici, imprese e clienti. E un convegno internazionale sulla normativa ISO che valorizzerà la competenza italiana nel campo dell’innovazione: “Noi italiani siamo bravi, ma dobbiamo farlo sapere a tutti”, conclude Moreschini.

Una determinazione condivisa da Massimo Pellegrini, secondo il quale l’unificazione non è che la logica conclusione di un percorso di dialogo e collaborazione iniziato negli anni Settanta. “Abbiamo l’abitudine al confronto: siamo concorrenti ma i progetti devono andare oltre il breve termine”, sottolinea Pellegrini, titolare della Legraf di Modena.

“Certo, mettersi insieme è uno degli effetti della crisi, da cui si esce meglio attraverso le aggregazioni. Cambieremo secondo cluster di settore che sarà il mercato a determinare, ma intanto è importante fare progetti, guardare al futuro in base a prodotti e segmenti nuovi, bisogni crescenti dei clienti, sintonia tra comparti vicini. “Comunico Italiano” non è solo grafica – sottolinea –: non perché sia superata, ma perché il mercato è integrato”.

“Con noi aziende tradizionali ci saranno editori, web agency, agenzie di comunicazione, studi grafici, esperti di social network, perché il cliente ha bisogno di tutto. Ci divideremo una “torta” più grande e potremo abitare in una casa comune che prima non c’era. Non so se la nostra aggregazione sia un segnale – conclude –, ma consiglierei di imboccare la nostra strada anche ad altre zone, per lo sviluppo del settore in tutto il Paese”.