Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta che Silvano Bianchi, amministratore delegato di Komori Italia, ha scritto con l’obiettivo di fare chiarezza su una tecnologia di recente introduzione nel mercato rispetto alla quale, egli sostiene, ci sono delle interpretazioni non corrette. Spettabile redazione del Poligrafico, sarebbe nostra intenzione proporre alcuni chiarimenti su questioni relative all’H-UV. Sicuramente la presentazione di questa tecnologia sul mercato grafico mondiale ha suscitato un enorme stupore e al tempo stesso interesse. Precisiamo innanzi tutto il fatto che l’unica azienda produttrice di macchine da stampa che possono essere definite col termine H-UV è soltanto la Komori, anche perché è la Komori che ha coniato questo acronimo e quindi che può utilizzarlo per i propri sistemi.  Partiamo da un fatto molto importante, il concetto H-UV della Komori è una miscellanea di elementi che compongono questo sistema di stampa, non è la mera e semplice fornitura di una lampada polimerizzatrice o di un inchiostro speciale, ma bensì di un know–how composto da configurazione di macchina, lampade speciali ad una determinata frequenza, inchiostri specifici,  materiale di consumo e conoscenza dell’applicazione da parte del personale Komori, frutto di anni di sperimentazione ed esperienze sul campo. L’H-UV non è comparabile al LED HUV, anche perché questo termine non ci risulta sia stato ancora coniato, l’H-UV è sinonimo di un sistema di polimerizzazione della stampa che risponde ad alcuni quesiti fondamentali: – Sistema di polimerizzazione a freddo – Sistema a basso consumo energetico – Sistema che non si discosta assolutamente dal processo di riproduzione delle lastre destinate alla stampa convenzionale, cosa che invece il sistema UV prevede in modo sensibile – Sistema con assenza di ozono dell’ambiente – Sistema altamente apprezzabile per la stampa di supporti particolarmente difficili Queste sono alcune chiavi di lettura fondamentali che identificano il sistema H-UV della Komori e come è stato per il passato, la Komori è sicuramente le precorritrice di una certa esigenza del mercato, o meglio della sua principale richiesta, quella di un settore che sta cercando di differenziarsi da altri sistemi di comunicazione, avendo introdotto un sistema che cerca di fornire quel valore aggiunto alla stampa tanto richiesto dalle agenzie pubblicitarie e da alcuni grandi clienti: è la riposta concreta alla domanda “perché si deve ancora stampare per comunicare” Mi sembra quasi di rivivere una situazione già vissuta tanti anni fa, quando nel 1990 la Komori fu la prima azienda al mondo ad introdurre il cambio di lastre totalmente automatico (APC), sistema che ottenne nel 1991 ” Award  of Society of Printing Science and Technology”. Questa innovazione sicuramente suscitò enorme interesse e al tempo stesso fu da stimolo nei confronti degli altri costruttori che si sono trovati a rincorrere questa innovazione ed infatti soltanto dopo alcuni anni diversi produttori sono stati in grado di poter fornire lo stesso tipo di tecnologia, che aiutò moltissimo le aziende grafiche, permettendo la riduzione dei tempi di avviamento. Ma non dimentichiamo che la Komori fu la promotrice di questo sistema e per la Komori divenne immediatamente uno standard su tutte le macchine. Ed è per questo che ora ci troviamo a distanza di oltre 20 anni in una condizione simile, sicuramente i nostri colleghi/concorrenti stanno studiando soluzioni alternative all’ H-UV della Komori e certamente prima o poi saranno in grado di poter realizzare qualche cosa di simile. Quando anche loro si troveranno nelle condizioni di poter fornire sul mercato soluzioni di questo tipo per un certo tipo di aziende grafiche, l’industria grafica tutta ne avrà un beneficio enorme. Chiaramente non è solo l’H-UV la proposta che oggi la Komori pone sul mercato, rimangono sempre forti le argomentazioni relative ai sistemi di automatizzazione delle macchine Komori e alla riduzione degli scarti tempo e carta in fase di avviamento, anche per la stampa cosiddetta convenzionale, che rimangono argomenti altamente apprezzati dall’ industria grafica in genere, ma questo voleva essere una piccolo chiarimento riferito specificatamente all’ H-UV. Per il momento lasciateci affermare senza possibilità di smentita, che la soluzione H-UV Komori è sicuramente unica nel suo genere, raggiungendo un numero di installazioni difficilmente pronosticabili fino a qualche anno fa: siamo giunti a ben 500 gruppi stampa venduti in Europa e di questi il 30% nella configurazione 8 colori con voltura, ben 8 macchine in produzione nella sola Germania. Come Komori siamo in grado di poter fornire un lista di riferimento accertabile con una clientela che ha già riconfermato la terza macchina con lo stesso tipo di configurazione, l’H-UV della Komori è infatti una realtà ed invitiamo colleghi e concorrenti a verificare attentamente i dati di mercato che lo dimostrano. Questo è l’H-UV e niente di più, grazie per l’attenzione Silvano Bianchi – Komori Italia