L’Italia è un Paese in cui si legge sempre meno, ma esistono diverse iniziative per invogliare alla lettura.

Secondo le più recenti statistiche Istat, il 41,4% della popolazione italiana dai sei anni in su ha letto almeno un libro nell’ultimo anno, dato in lieve aumento rispetto al 2019 (+3%). Il 73,6% dei lettori preferisce il cartaceo, solo il 9,4% l’e-book, mentre lo 0,3% ascolta audiolibri.

Ha fatto quindi discutere la proposta del governo di sospendere e riformare il Bonus cultura, anche noto come 18App. Introdotto in Italia con la legge di Bilancio 2016, il buono dal valore di 500 euro può essere speso per l’acquisto di articoli musicali, libri, eventi culturali di vario genere, visite a monumenti e parchi archeologici, corsi di musica, teatro e lingue straniere, nonché abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale. Si chiama così perché è destinato a chiunque raggiunga la maggiore età nel corso dell’anno. La misura è stata rinnovata di manovra in manovra e resa strutturale dal 2022 con una spesa massima annua di 230 milioni di euro. Nel corso degli anni ne hanno usufruito 2,5 milioni di neomaggiorenni.

A ribadire la necessità di incentivare la lettura soprattutto nei più giovani è stato anche Ricardo Franco Levi, Presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in occasione dell’ultima edizione di Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria indipendente svoltasi a Roma dal 7 al 10 dicembre. «Anche quest’anno la Fiera che organizziamo fin dal 2002 ha mostrato tutta la forza e la vitalità della piccola e media editoria italiana. Le code davanti alle sale, i corridoi pieni di giovani di fronte agli stand mostrano quanto l’offerta sia apprezzata soprattutto dalle nuove generazioni. Speriamo che tutto questo sia un’ulteriore spinta nei confronti di Governo e Parlamento per confermare la Carta Cultura per i diciottenni, dissipando così la grande preoccupazione per una sua cancellazione che ha attraversato tutta la Fiera» afferma Levi.

Qualche mese fa anche la catena di supermercati Bennet ha voluto dare il proprio contributo alla causa attraverso l’iniziativa “Hungry for culture”, in collaborazione con DDB Italia. L’iniziativa consiste nell’esporre libri veri all’interno dei reparti dei cibi freschi (verdure, carne, pesce) per far riflettere su quanto i libri, come il cibo, siano importanti per la crescita delle persone. “Noi di Bennet siamo convinti che le esigenze delle persone vadano oltre i bisogni primari. Pensiero, emozioni, conoscenza, relazioni sono ciò che più ci distingue dalle altre specie e ci identifica come esseri umani. E per alimentare questa parte di noi c’è un cibo universale, che chiamiamo cultura. Tra tutte le sue espressioni, il libro è di sicuro quella più classica e diffusa, ma oggi anche quella più in crisi”: sul sito dell’azienda, fondata 1964 a Como, si presenta così il progetto “Hungry for Culture”, una campagna di sensibilizzazione sui consumi culturali che punta a riportare la lettura al centro della quotidianità, e “che ha visto i nostri punti vendita riempirsi di libri proprio dove si concentra maggiormente l’attenzione di tutti: in mezzo al cibo”.