Ottobre 2020: la piattaforma di e-commerce canadese Shopify annuncia di aver chiuso un accordo commerciale con Tik Tok, per aumentare la propria base clienti, intercettando un pubblico più giovane, permettendo ai propri inserzionisti di vendere sfruttando video promozionali che gli utenti possono visualizzare all’interno del social. A intuire il grande potenziale commerciale di Tik Tok sono stati in primis i grandi marchi della moda. Appena un anno fa l’app cinese iniziava a muovere i primi, strategici passi per rendersi rilevante nel fashion. In collaborazione con IMG, l’agenzia che organizza la New York Fashion Week, aveva quindi invitato tre dei principali creator di Tik Tok – cioè gli utenti che condividono video originali e molto popolari sulla piattaforma – a prendere parte ad alcune sfilate, commentandole attraverso il proprio profilo. Il successo di questa iniziativa è stato tale che Tik Tok è da poco diventato partner editoriale ufficiale della settimana della moda di New York, Londra, Milano, Parigi.

Tra le principali conseguenze della pandemia c’è stata la chiusura degli store fisici che ha reso necessario ripensare il proprio business, rafforzando la presenza online, ottimizzando l’e-commerce e i servizi di assistenza virtuale ai clienti. Anche nel settore della cosmesi, aziende come E.L.F. Cosmetics hanno cominciato a rimodulare la propria presenza sui social sfruttando il potenziale dei giovani influencer. Ma, come racconta anche il New York Times, l’aspetto più interessante di questo progressivo spostamento sul virtuale è la grande opportunità di crescita per i brand più piccoli e meno blasonati.

La capacità di fare personal branding e di creare un marchio forte e riconoscibile è diventato un fattore indispensabile per consolidare la propria presenza online. In questo, i brand nati online, risultano avvantaggiati perché posso fare affidamento su una fanbase costruita nel tempo, risultando più autentici. Alcune star di Youtube come David Dobrik hanno raggiunto il successo attraverso il proprio merch personalizzato con frasi ad effetto e tormentoni, sfruttando l’infrastruttura dell’agenzia Fanjoy. Lo stesso è accaduto a Abby St. Claire, designer e modella di 23 anni, che gestisce un negozio di merchandising dove vende felpe e magliette stampate con disegni di sua creazione. St. Claire ha iniziato a vendere il merch per promuovere il suo progetto Meme Friday, dove pubblica meme deprimenti sulle sue Instagram Stories. Il design delle felpe e dei prodotti prende leggermente in giro le tendenze attuali dello streetwear.In Italia l’esempio più emblematico, almeno nel campo del fashion, è quello di Chiara Ferragni, che lo scorso autunno ha quotato in borsa il proprio brand personale che punta a diventare un marchio di lifestyle indipendente che potrebbe in futuro confluire in un grande gruppo del lusso.

Vendere merch sfruttando il potenziale di Shopify e l’integrazione con le piattaforme social più in voga non assicura la certezza di un successo come quello di Ferragni, ma rappresenta un piccolo ma indispensabile passo verso un mondo in cui la redditività di un’azienda si basa sempre più sulla capacità di imporre uno stile personale.

Un trend che le aziende di stampa non possono permettersi di sottovalutare. Alcune, come l’israeliana hanno cominciato a muoversi in questa direzione. Come Kornit Digital che, recentemente, ha stilato una lista di quattro lezioni che il mondo del retail può apprendere da Tik Tok per attirare l’attenzione di una clientela più giovane.

Di Caterina Pucci