Arriva qualche schiarita sull’orizzonte dei circa 140 lavoratori della Elcograf (ex Canale) di Borgaro Torinese. Dopo oltre due anni di trattative, che non avevano portato a una svolta positiva, malgrado – come spiegano gli stessi lavoratori – gli importanti contributi delle autorità, con numerose interpellanze parlamentari e l’impegno di Regione e Comune, nei giorni scorsi si è finalmente fatto qualche passo avanti, come anticipato da Stampamedia.net.

Nell’incontro in Regione Piemonte del 30 marzo, fortemente voluto dall’Arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia, alla presenza di tutti i più importanti attori a vario titolo coinvolti nella vicenda, tra cui l’Inps regionale, si sono infatti finalmente dischiuse alcune porte, che sempre secondo i lavoratori aprono importanti spiragli di speranza su vari fronti: possibili prepensionamenti a 38 anni per 42-45 lavoratori, avanzamento della definizione dei corsi di riqualificazione (Macro Ambito 3, Forma.Temp) per altri 27 e unanimi sollecitazioni a Elcograf per il mantenimento del sito produttivo di Borgaro Torinese almeno con 60 lavoratori.

Quelli che a Borgaro vengono definiti “rilevanti segnali positivi” sono stati comunicati e discussi nell’assemblea sindacale in modalità telematica del 1° aprile, dove sono echeggiate anche le forti e rassicuranti parole di monsignor Nosiglia: “Io vi assicuro che sarò sempre dalla vostra parte” e il “non vi lascerò soli” del sindaco di Borgaro Claudio Gambino. Interventi che si aggiungono a quelli del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio riguardo all'”unità di sforzi raggiunta nel voler risolvere una situazione che grava da anni come un macigno sulle famiglie protagoniste di questa vicenda”.

Da parte sua Elcograf (gruppo Pozzoni) che aveva acquisito a fine 2018 il ramo d’azienda ex Canale relativo solo alla stampa rotooffset (due rotative Lithoman da 80 pagine) ha ribadito la volontà di mantenere in attività il sito produttivo di Borgaro Torinese, secondo il piano originario, malgrado la pesante flessione registrata anche a seguito dell’epidemia Covid 19, ossia con a regime 50-60 dipendenti sui circa 129 rimasti dei 190 che nel 2018 facevano capo alla ex Canale oggetto dell’accordo con Elcograf. Accordo dal quale erano rimasti esclusi la stampa piana e la legatoria e gran parte delle figure indirette, per cui non si era conclusa un’iniziativa per la sua cessione a terzi.

In questi due anni, caratterizzati anche dall’esplosione della pandemia, Elcograf ha comunque mantenuto sempre in funzione i reparti roto, e il core business della stampa dei “volantoni” della Gdo, ricorrendo alla cassa integrazione straordinaria e quindi a quella Covid che ha allungato il periodo complessivo della cassa, la quale terminerà nel primo trimestre del 2022. L’azienda del gruppo Pozzoni ha sottolineato anche il buon funzionamento del piano di gestione degli esuberi, sottoscritto con i sindacati, che ha consentito di ricollocare  o accompagnare all’uscita circa 60 unità lavorative.

Dopo l’incontro in Regione, si è ora sbloccata, grazie ai positivi riscontri Inps della documentazione prodotta dalla Canale, la procedura per il ricorso ai prepensionamenti per chi è in possesso di 38 anni di anzianità contributiva secondo la normativa ordinaria (L. 416/81). Per attivarla si attendono ora le comunicazioni formali al riguardo da parte della ex Canale, ricevute le quali bisognerà effettuare, a cura di Elcograf, un passaggio con il ministero del Lavoro per apportare le necessarie integrazioni al decreto di Cigs. Nonostante gli auspici dei lavoratori, invece, Elcograf fa sapere che la possibilità di ricorrere ai prepensionamenti con il requisito dei 35 anni ex legge di stabilità del 2020 è allo stato impraticabile, posto che la cassa aperta a Borgaro è per crisi e non per riorganizzazione, come invece richiederebbe quest’ultima normativa.

Foto da cr.piemonte.it

di Achille Perego