Il gruppo lucchese acquisisce una cartiera di ST Paper in Minnesota

Sofidel, il gruppo lucchese leader in Europa nella produzione di carte per il mercato tissue continua l’espansione negli Stati Uniti dove oggi realizza quasi un terzo dei ricavi (il 27%). Del resto la decisione strategica di allargare ulteriormente i propri confini sbarcando negli Usa, e in particolare nel mercato nordamericano, il principale del mondo per consumo pro-capite, risale al 2012. Anno nel quale Sofidel acquisì la società Cellyne (rinominata Sofidel America) attiva nel mercato “Away-from-Home” con tre stabilimenti: uno integrato in Florida (Haines City) e due di trasformazione, nel Wisconsin (Green Bay) e in Nevada (Henderson), quest’ultimo trasferito poi a Las Vegas nel 2018.

A soli due anni di distanza dal primo ingresso negli Usa, il gruppo guidato da Luigi Lazzareschi ha intensificato ulteriormente la propria presenza nell’area aprendo un nuovo impianto di trasformazione a Tulsa, in Oklahoma, e potenziando quello in Nevada, mentre l’anno successivo viene acquisita dalla società Green Bay Converting Inc. un impianto di trasformazione in Wisconsin (ancora a Green Bay) e un fabbricato in Mississippi (Hattiesburg), di lì a poco destinato a ospitare un nuovo stabilimento di converting.

Nel 2018 Sofidel ha inaugurato invece il primo impianto greenfield negli Stati Uniti, a Circleville, in Ohio, impianto a oggi il più moderno e sostenibile del Gruppo. Ubicato su un terreno di 280 acri (110 ettari), lo stabilimento sorge in un’area ricca di disponibilità di acqua, gas ed elettricità, a ridosso di uno snodo logistico strategico per operatori della distribuzione, con sistemi intermodali e importanti centri urbani nel raggio di poche centinaia di chilometri. Sempre nel 2018 Sofidel ha annunciato anche l’avvio di un secondo investimento greenfield a Inola, Oklahoma, che ha visto l’avvio, nell’agosto 2019, della sua prima linea di converting e l’installazione e l’inizio dell’operatività delle due macchine da cartiera, rispettivamente nel gennaio e settembre 2020. A settembre 2023, Sofidel ha quindi annunciato l’ampliamento dello stabilimento integrato di Circleville con un investimento di 185 milioni di dollari. Il progetto prevede la costruzione di un nuovo edificio destinato a ospitare una nuova macchina da cartiera Valmet DCT 200 la cui entrata in funzione, con una capacità produttiva di 70 mila tonnellate all’anno, è prevista per il terzo trimestre del 2025. Il sito di Circleville, dove sono già presenti due macchine da cartiera Valmet Advantage NTT, raggiungerà così una capacità produttiva complessiva di oltre 200 mila tonnellate all’anno (+50%) e diventerà il polo produttivo Sofidel più importante a livello globale. Infine, l’ultima mossa sul fronte della crescita negli Usa è stata fatta proprio all’inizio di quest’anno. A gennaio, infatti, è stata annunciata l’acquisizione di una cartiera da ST Paper a Duluth, in Minnesota, nell’Upper Midwest. L’impianto ha una capacità produttiva di 65 mila tonnellate annue e vi lavorano ottanta persone. La tecnologia è di livello avanzato, la macchina, una Andritz, è stata avviata lo scorso anno ed è altamente efficiente e pienamente operativa. Con l’ultima acquisizione Sofidel America, che ha il suo corporate office a Horsham, vicino a Philadelphia, in Pennsylvania, complessivamente è presente in otto diversi stati: Nevada, Florida, Oklahoma, Wisconsin, Mississippi, Minnesota, Ohio e Pennsylvania.

Grazie anche all’espansione negli Stati Uniti,  Sofidel ha raggiunto e oltrepassato per un centinaio di milioni il traguardo dei 3 miliardi di euro di ricavi nel 2023 con un obiettivo di lungo termine di arrivare ad avere un fatturato equivalente fra Europa e America, 50% e 50%, nel giro una decina di anni. Un’azienda “regina” nel mondo delle carte “tissue”, che vende in oltre 50 Paesi e produce non solo in Italia ma anche in molte nazioni europee, dalla Francia alla Gran Bretagna, dalla Spagna alla Germania fino agli Stati Uniti, come il nome “Regina” del suo brand più conosciuto nel settore delle carte igieniche lanciato nel 1987. E che, a oltre 50 anni dalla nascita dell’azienda a Porcari, quando Emi Stefani e Giuseppe Lazzareschi avviarono la prima cartiera che portava il nome delle famiglie, le stesse a cui ancora oggi fa capo quello che è diventato un gigante internazionale, rappresenta oltre il 60% dei ricavi mentre gli asciuga tutto per la cucina valgono un altro 25% del fatturato complessivo, i tovaglioli il 10% e fazzoletti e veline il 5%. Una produzione, realizzata con circa 7200 dipendenti, spiega Luigi Lazzareschi, ad del gruppo lucchese, che “consapevoli degli impatti ambientali del nostro settore” ha visto l’azienda investire e continuare a farlo significativamente nello sviluppo sostenibile e in una crescita responsabile di lungo periodo”.