Stato di agitazione, blocco degli straordinari e uno sciopero di 4 ore che si è svolto lo scorso 11 ottobre, per i lavoratori delle sedi di Milano e di Roma della Infoprint Solutions. Una battaglia sindacale contro l’inaspettata decisione dell’azienda di aprire una procedura di licenziamento collettivo per 42 degli attuali 67 dipendenti con la chiusura della sede di Roma e il dimezzamento di quella di Milano. La Infoprint Solutions, azienda leader di mercato nelle soluzioni di stampa per modulo continuo, industrial e office (stampanti laser) fa capo al gruppo giapponese Ricoh che aveva rilevato prima il 50% della società ceduta da Ibm nel 2007 (allora era stata creata una joint-venture Ibm-Ricoh) e poi il 100% nel luglio 2010. Lo scorso aprile, Ricoh Japan aveva deciso di creare una nuova divisione (Rpps) e avviare un percorso di integrazione dei lavoratori della Infoprint Solutions. Il 22 settembre però, cogliendo di sorpresa i sindacati, ha annunciato il licenziamento collettivo, senza ammortizzatori sociali o ricorso alla cassa integrazione, di 42 dipendenti. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione, il blocco degli straordinari e lo sciopero dell’11 ottobre, il 14 ottobre si è svolto un incontro nazionale tra sindacati e azienda. Allo stato attuale, spiega il delegato della Rsu Infoprint Solutions di Milano, Massimiliano Villa, gli esuberi sono scesi da 42 a 33 (nove persone resterebbero al lavoro sull’area di Roma, anche se la sede verrebbe comunque chiusa) e l’azienda ha proposto una buonuscita (una decina di mensilità) per gli esuberi. Una soluzione che ovviamente i sindacati non accettano e al tavolo del 14 ottobre hanno proposto una decisa riduzione dei tagli, il ricollocamento nel gruppo Ricoh Italia e incentivi e ammortizzatori per i lavoratori vicini all’età pensionabile. Richiesta a cui l’azienda si è riservata di fornire una risposta nei prossimi due incontri che si terranno entro il 26 ottobre. Nel frattempo sono stati sospesi gli scioperi mentre è rimasto in vigore il blocco degli straordinari.