La comunicazione ai fornitori sarebbe arrivata agli inizi di marzo. E informava che in data 6 marzo Satiz srl e Satiz Editore srl avrebbero depositato nella cancelleria fallimentare del Tribunale di Torino domande separate di concordato con riserva a norma dell’articolo 161, sesto comma della legge fallimentare. Una scelta motivata, quella di ricorrere al concordato preventivo, per cercare di salvaguardare almeno parzialmente i valori della società e gli interessi economici dei creditori.  La decisione di Satiz di richiedere il concordato, ovviamente, non è affatto piaciuta ai fornitori che hanno la pressochè certezza di perdere (con quote variabili) parte consistente dei loro crediti. Il disappunto nasce dal fatto (ma non è il primo caso) che a novembre dello scorso anno la Satiz aveva stretto un accordo con il gruppo Canale affittando alle Industrie Grafiche Canale il ramo d’azienda dell’attività di stampa ex Satiz. Ovvero lo stabilimento di Moncalieri dove girano tre rotative 64 pagine, una offset a foglio 70×100 a dieci colori e tre linee per il punto metallico, e dove lavorano 197 addetti. Personale che si era aggiunto ai circa 180 dipendenti della Canale di Borgaro Torinese e ai circa 250 che lavorano in Romania dove girano tre rotative (una 16, una 32 e una 48 pagine). La parte editoriale e di servizi della Satiz, che nel gennaio 2012 con un’operazione di management buyout guidata dall’ex top manager della Ilte, Alessandro Rosso aveva incorporato le attività di stampa di Moncalieri, ex Ilte, era rimasta invece autonoma. L’affitto del ramo d’azienda, che dovrebbe servire a creare liquidità alla “vecchia” casa madre, per pagare i creditori, fa nascere una nuova realtà senza debiti che, legalmente, non risponde su quelli pregressi. Quindi se ai fornitori vengono chieste forniture di materie prime o servizi sull’impianto ex Satiz di Moncalieri, e gli stessi fornitori vantano crediti con la vecchia proprietà, la nuova non è tenuta a onorarli. Al di là dei problemi che creano situazioni come questa – non un eccezione ma ormai quasi una regola – dipendenti e sindacati nelle scorse settimane hanno lanciato l’allarme anche sul futuro del nuovo polo grafico torinese (Canale più ex Satiz) presentato lo scorso novembre come una importante nuova realtà da 90 milioni di ricavi e 600 dipendenti (compresi quelli in Romania). La preoccupazione maggiore, che ha fatto scattare nelle scorse settimane anche una giornata di protesta davanti ai cancelli delle fabbriche di Moncalieri e di Borgaro riguarda lo stabilimento di Moncalieri, dove è in corso anche un piano di cassa integrazione straordinaria a rotazione. I sindacati hanno già sollecitato un incontro con l’azienda per la presentazione del piano industriale.