Tra duecento e duecentocinquanta entro il 2021. È il numero dei prepensionamenti previsti dal piano che Elcograf presenterà il mese prossimo al ministero dello Sviluppo economico (Mise, nella foto). Come anticipato da Stampamedia.net il gruppo Pozzoni sarà una tra le prime grande realtà del settore grafico italiano a usufruire delle agevolazioni per le riorganizzazioni e ristrutturazione del settore della stampa colpito da una crisi che perdura ormai da diversi anni e obbligato anche a una trasformazione tecnologica e digitale. Una misura introdotta dall’ultima Legge di Bilancio che, grazie agli emendamenti espressamente ispirati dal caso Elcograf, ha previsto lo stanziamento di oltre 60 milioni fino al 2027 per favorire i prepensionamenti dei poligrafici. Tra cui, quindi, anche quelli della Elcograf che si prepara a utilizzare i fondi a disposizione nell’arco di un quadriennio presentando, appunto, un piano di ristrutturazione al ministero del Lavoro. Si aprirà così l’esame congiunto (ministero, azienda, sindacati) per ottenere, entro sessanta giorni, i decreti attuativi delle agevolazioni per i prepensionamenti – possibili con la nuova legge con 35 anni di contributi rispetto ai 38 previsti prima, quando l’asticella per l’uscita anticipata dal lavoro era stata alzata di tre anni – che quindi potrebbero cominciare a diventare operativi a maggio.

Il piano di ristrutturazione di Elcograf, resosi necessario per adeguare la forza lavoro ai mutati cambiamenti del mercato che ha visto anche nel 2019 e in questo inizio 2020 una contrazione di commesse e redditività (anche se fanno sapere dal gruppo di Cisano Bergamasco su Elcograf, allo stato, non ci sono stati sotto il profilo produttivo effetti negativi per la diffusione del Coronavirus con l’attività proseguita regolarmente in tutti gli stabilimenti, anche se in Pozzoni, sotto il profilo commerciale, si sono comunque registrati rallentamenti, e in qualche caso differimenti, delle commesse previste per l’estero) interesserà tutti gli impianti produttivi in Italia. Dopo anni di espansione per linee esterne e alla luce sia delle difficoltà del mercato editoriale e commerciale (in particolare quello dei periodici e della stampa rotocalco) sia della vertenza ancora aperta con la Mondadori che lo scorso anno aveva ridotto – non rispettando i contratti, secondo Elcograf – le commesse di stampa (specie negli stabilimenti ex Mondadori di Verona, di Cles e di Melzo), Elcograf ha messo a punto il piano di riorganizzazione presentato in questi giorni a livello locale alle rappresentanze sindacali prima di aprire il tavolo nazionale.

I prepensionamenti previsti saranno tra 200 e 250 su un totale di 1500 dipendenti. L’uscita anticipata dal lavoro – che non avrebbe incontrato dai sindacati segnali di opposizione al piano – interesserà proporzionalmente tutti gli impianti di Elcograf, in particolare quello di Verona (ex Mondadori) dove sarebbero previsti tra i 100 ed i 150 prepensionamenti. Gli altri, almeno un centinaio, riguarderebbero gli stabilimenti di Melzo, Cinisello Balsamo (ex Amilcare Pizzi), Madone. Ma anche Bergamo (Niiag) e Treviglio, (Eurogravure), gli stabilimenti ex Arti Group acquisiti da Elcograf e incorporati dal 1° gennaio di quest’anno nel perimetro del gruppo. I prepensionamenti riguarderanno un po’ tutti i settori (produzione ed aree impiegatizie) e non sarebbe previsto un ricambio generazionale con nuovi ingressi anche perché la legge non obbliga, per il settore grafico editoriale, a equilibrare entrate e uscite come invece avviene ad esempio per i giornalisti.

Infine, il piano di ristrutturazione di Elcograf vedrà, oltre al ridimensionamento della forza lavoro, che si attesterà intorno al 10-15 %, anche la riorganizzazione e l’efficientamento dei siti produttivi razionalizzando le specifiche produttive (stampa piana, roto, rotocalco, digitale) cercando di rafforzare per ogni sito la sua vocazione principale evitando le sovrapposizioni di stampa e commesse.

Infine, per quanto riguarda la situazione della Elcograf di Borgaro Torinese, dove nei giorni scorsi sono stati indetti presidi e scioperi per il timore che vengano persi 150 posti di lavoro, l’azienda fa sapere che si tratta di un’iniziativa dei sindacati per portare all’attenzione la situazione dello stabilimento, in contemporanea con una riunione di aggiornamento (poi rinviata) presso la Regione Piemonte sulla Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) in corso. Il sindacato è preoccupato perché, a un anno dal termine della cassa, e malgrado le azioni poste in campo (che hanno favorito l’uscita volontaria di circa 50 dipendenti), il numero di lavoratori in esubero in quanto non rientranti nel nuovo assetto produttivo (in massima parte impiegati, figure indirette e addetti alla legatoria) resta ancora elevato.

Il piano di risanamento di Elcograf, condiviso con i sindacati, prevedeva il funzionamento delle sole due rotative rotooffset e non della legatoria, per la quale non vi è stato neppure il trasferimento delle linee produttive, escluse in origine dal ramo ceduto, né della maggioranza delle figure indirette. Da qui la pressione per estendere anche a questo sito l’applicazione della nuova normativa che consentirebbe a molte persone di raggiungere la pensione. Tuttavia il requisito dei 35 anni di anzianità è previsto limitatamente ai casi di riorganizzazione, mentre a Borgaro è già aperta, fin da febbraio 2019, una cigs per crisi che continua a prevedere il requisito dei 38 anni.

di Achille Perego

 

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