Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale lo scorso 30 dicembre (all’interno della legge n.160 di “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”, più comunemente nota come “legge di bilancio”), lo stanziamento di fondi fino al 2027 per il prepensionamento degli stampatori, che si aggiunge a quello dei giornalisti professionisti, è diventato legge ed è in vigore dal primo gennaio 2020. Gli stanziamenti per l’entrata anticipata in pensione ammontano complessivamente a una cifra superiore ai 90 milioni di euro, di cui oltre 60 milioni destinati ai poligrafici. E non è l’unico provvedimento presente nella manovra a favore del settore editoriale: vi si affiancano bonus per le scuole che acquistano abbonamenti a quotidiani e periodici e il credito d’imposta per le edicole.

Cosa dice la legge

Il provvedimento, espresso al comma 500 dell’articolo 1 della legge di bilancio, prevede che per gli anni 2020, 2021, 2022 e 2023 possano “accedere al trattamento di pensione, con anzianità contributiva di almeno 35 anni (…) i lavoratori poligrafici di imprese stampatrici di giornali quotidiani e di periodici e di imprese editrici di giornali quotidiani, di periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale, le quali abbiano presentato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in data compresa tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2023, piani di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale in presenza di crisi”. In altre parole, le aziende (di stampa o case editrici) che stanno affrontando un periodo di difficoltà e che presenteranno nell’arco dei prossimi quattro anni un piano di riassetto aziendale (che può magari prevedere il ricorso agli ammortizzatori sociali o ai licenziamenti), potranno avvalersi di fondi per i prepensionamenti per i lavoratori con almeno 35 anni di contributi.

Le cifre

Le cifre di questa operazione sono specificate già nella legge di bilancio. Per quel che riguarda i poligrafici delle aziende di stampa e delle case editrici, è previsto lo stanziamento di 6,1 milioni di euro per l’anno 2020, 10,2 milioni di euro per l’anno 2021, 11,7 milioni di euro per l’anno 2022, 12,5 milioni di euro per l’anno 2023, 11,6 milioni di euro per l’anno 2024, 7,6 milioni di euro per l’anno 2025, 4,4 milioni di euro per l’anno 2026 e 0,3 milioni di euro per l’anno 2027, mediante corrispondente riduzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, di cui alla legge 26 ottobre 2016, n. 198. Anche il limite di spesa entro cui saranno erogati questi fondi è specificato nella legge: 26,7 milioni di euro per l’anno 2020, 44,6 milioni di euro per l’anno 2021, 51,2 milioni di euro per l’anno 2022, 54,7 milioni di euro per l’anno 2023, 50,8 milioni di euro per l’anno 2024, 33,3 milioni di euro per l’anno 2025, 19,3 milioni di euro per l’anno 2026 e 1,3 milioni di euro per l’anno 2027.

Le cifre erogate dallo Stato per i poligrafici e per gli stampatori sono superiori a quelle previste per il prepensionamento dei giornalisti professionisti iscritti all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI), che avrà un limite di 7 milioni di euro per l’anno 2020 e 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2027 e che è stato il primo a essere inserito nella bozza della legge di bilancio. Complessivamente, il provvedimento stanzia 92,4 milioni di euro. L’estensione dello stanziamento dei fondi ai lavoratori delle aziende di stampa è avvenuta in un secondo momento, grazie a un emendamento di inizio dicembre (quando ancora la legge era in discussione alle camere) dal senatore di origini veronesi Vincenzo D’Arienzo. Un emendamento, come dal senatore stesso dichiarato, ispirato dalla Elcograf di Verona che sta attraversando un momento di difficoltà anche a causa della decisione di Mondadori di tagliare le commesse di stampa, e per la quale è ancora aperto un tavolo di confronto con la casa editrice di Segrate.

Richieste monitorate

Ma tornando alla legge, il significato dell’espressione “costituisce tetto di spesa” per l’erogazione dei fondi è spiegato nel prosieguo del testo. Si legge: “L’INPS provvede al monitoraggio delle domande di pensionamento presentate dai soggetti di cui al presente comma secondo l’ordine di sottoscrizione del relativo accordo di procedura presso l’ente competente. Qualora dall’esame delle domande presentate risulti il raggiungimento, anche in termini prospettici, dei limiti di spesa previsti per l’attuazione del presente comma, l’INPS non prende in esame ulteriori domande di pensionamento. Il trattamento pensionistico decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, previa risoluzione del rapporto di lavoro dipendente”. In altre parole, i fondi non sono illimitati e man mano che verranno presentate le domande si procederà al calcolo delle effettive cifre residue. Ai lavoratori che accederanno al prepensionamento, prosegue il comma 500 della legge di bilancio, non si applicano le disposizioni in materia di adeguamento alla speranza di vita.

Una mano ai giornali e alle scuole

Come si accennava, quello dei prepensionamenti di poligrafici e giornalisti non è l’unico provvedimento contenuto nella legge di bilancio a favore del settore editoriale. Al comma 389 si legge di un contributo fino al 90 per cento della spesa a tutte le scuole (“istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado”) che acquistano uno o più abbonamenti a periodici e riviste scientifiche e di settore, anche in formato digitale. Il contributo, per la cui assegnazione viene pubblicato annualmente il bando, verrà erogato a partire da quest’anno previa istanza diretta al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. A partire dall’anno scolastico 2020/2021, gli studenti censiti nell’Anagrafe nazionale studenti che frequentano le scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie possono concorrere, attraverso le scuole stesse, all’assegnazione di un contributo per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani o periodici, anche in formato digitale, dalla piattaforma di erogazione voucher in forma virtuale associata alla Carta dello Studente «IoStudio». I contributi per questi provvedimenti “sono concessi per un importo complessivo non superiore a 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2020, stabilito annualmente con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri”, importo che viene aggiunto proprio a questo scopo al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. I criteri di accesso ai contributi di cui sopra e i criteri per l’individuazione annuale della platea degli aventi diritto anche con riferimento al monitoraggio e al rispetto del limite di spesa, verranno stabiliti con decreto entro la fine di febbraio, cioè entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio.

Credito d’imposta per le edicole

Infine il comma 393 dell’articolo 1 della legge di bilancio per il 2020 stabilisce il riconoscimento per quest’anno del credito d’imposta per le edicole (con riferimento ai commi da 806 a 809 della legge n. 145 del 2018), anche per gli “esercenti attività commerciali non esclusivi anche nei casi in cui non rappresenti l’unico punto vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici nel Comune di riferimento. L’agevolazione è riconosciuta prioritariamente agli esercenti attività commerciali che operano esclusivamente nel settore della vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici”, si legge nel testo. Il credito d’imposta, un beneficio fiscale che vanta il contribuente nei confronti dello Stato, è stabilito nel limite di 2 mila euro all’anno, con un tetto di spesa complessivo di 17 milioni di euro nel 2020, ed è conteggiato sugli importi pagati per Imu, Tasi, Cosap e Tari, e su eventuali spese di locazione.

di Giulia Virzì

 

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