Cinquecentoventotto milioni di vendite mancate, 3.600 posti di lavoro persi. Sono questi i numeri, e le dimensioni, della pirateria nel mondo del libro in Italia. Una ricerca commissionata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) a Ipsos, società che si occupa di ricerche di mercato, traccia per la prima volta le dimensioni del fenomeno: ogni giorno nel nostro Paese si compiono circa 300 mila atti di pirateria (293.000) ai danni del mondo del libro, 107 milioni in un anno. Il fenomeno coinvolge più di un italiano su tre sopra i 15 anni, il 61% dei professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri) e l’80% degli studenti universitari. L’indagine è stata presentata dal presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli nel primo incontro de “Gli editori”, l’accordo di consultazione e azione comune di AIE e Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG).

È pari a oltre mezzo miliardo di euro (il 23% del valore del mercato, escludendo scolastica ed export) il danno che la pirateria causa alla filiera del libro: 324 milioni di euro è la stima del danno economico annuo provocato all’editoria di varia (29 milioni di copie vendute in meno), 105 milioni di euro quella del danno provocato all’editoria universitaria (4 milioni di copie vendute in meno) e 99 milioni di euro la stima del danno economico annuo provocato all’editoria professionale e banche dati, per 2,9 milioni di copie vendute in meno. La ricerca commissionata da Aie stima che sia di 1,3 miliardi complessivi il danno al sistema Paese e di 216 milioni al fisco, per un totale di 8.800 posti di lavoro persi in termini di mancata occupazione nella filiera e nell’indotto.

Secondo l’indagine, svolta a novembre del 2019 su un campione di 4.000 interviste (CAWI) – 3.338 casi rappresentativi per genere, età, area geografica, ampiezza centro, professione e titolo di studio, 452 studenti universitari rappresentativi per genere, età e area geografica, 466 liberi professionisti sempre rappresentativi per area geografica – oltre un italiano su tre sopra i 15 anni (il 36%) ha compiuto almeno un atto di pirateria in campo editoriale nell’ultimo anno. E si parla sia di volumi stampati (l’8% del campione ha ricevuto da amici/conoscenti almeno un libro fotocopiato e una percentuale simile – il 7% – lo ha addirittura acquistato) che di volumi in formato digitale: secondo i dati, un italiano su quattro ha scaricato gratuitamente da Internet almeno una volta un ebook o audiolibro in maniera illegale, il 17% ha ricevuto da amici/familiari almeno un ebook.

Aie e Fieg chiedo un intervento da parte del governo per contrastare e arginare il fenomeno. «Sono dati drammatici che vanno al di là di qualsiasi previsione. Dati che richiedono e impongono una forte azione di contrasto attraverso la repressione dei fenomeni illegali e l’educazione degli utenti, non sempre pienamente consapevoli degli effetti dei loro comportamenti; è inoltre necessario un forte sostegno alla domanda che consenta di esercitare in forma legale la richiesta di informazione e di cultura. 18App da riportare alla dotazione originale e detrazione fiscale per l’acquisto dei libri sono gli strumenti decisivi», ha dichiarato il presidente di AIE Ricardo Franco Levi. L’indagine si sofferma anche sul livello di consapevolezza degli utenti nel compiere atti di pirateria. Un dato “positivo”: l’84% della popolazione sopra i 15 anni (la stessa popolazione che per il 36% ha commesso almeno un reato di pirateria editoriale nell’ultimo anno) è consapevole che questa attività è considerata dalla legislazione illecita/illegale. Il problema è che secondo la ricerca il 66% di quello stesso campione ritiene poco o per niente probabile che reati di questo tipo vengano scoperti e puniti dall’autorità competente e il 39% ritiene che gli atti di pirateria siano poco o per niente gravi in relazione alla necessità di perseguirli legalmente.

«Il digitale ha portato opportunità ma anche rischi: dalle rassegne stampa online realizzate e diffuse senza autorizzazione, alla condivisione non autorizzata di pdf di giornali, anche attraverso piattaforme social, applicazioni telefoniche o di messaggistica. È necessario migliorare gli strumenti di tutela contro ogni forma di sfruttamento parassitario del diritto d’autore», ha osservato il presidente della FIEG, Andrea Riffeser Monti lanciando poi un appello alle Istituzioni affinché “supportino una campagna di comunicazione per la lettura di giornali e libri. I dati sulla lettura, infatti, confermano il grande interesse per l’informazione, nonostante le vendite continuino a scendere. Occorre, inoltre, garantire una diffusione capillare dei giornali, per raggiungere i lettori e facilitarne l’acquisto, anche con la crescita degli abbonamenti”.

«Come governo non possiamo ignorare i dati emersi da questa ricerca e la richiesta di aiuto che viene dal settore dell’editoria. La pirateria va combattuta con la repressione dei comportamenti illegali, promuovendo l’educazione alla legalità ma anche con il sostegno a tutta la filiera, così gravemente colpita», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria Andrea Martella, che ha poi aggiunto: «Attraverso editoria 5.0 stiamo studiando nuovi strumenti di supporto per l’editoria periodica e quotidiana perché, come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita all’agenzia Ansa la settimana scorsa, l’informazione primaria “costituisce un elemento decisivo per la democrazia nel nostro Paese. Questo fa comprendere le esigenze di sostegno da parte delle istituzioni”. L’impegno, coerentemente con quanto affermato dal ministro Franceschini, è quindi quello di lavorare ad un progetto analogo anche per l’editoria libraria, a partire dalle richieste che ci vengono dal settore con particolare attenzione al sostegno alla domanda», ha concluso.

 

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