Nell’editoria come nella pubblicità si assiste a un ritorno delle ispirazioni grafiche di quel periodo

Nel bene e nel male, l’estetica anni Ottanta ha fatto la storia e non è mai realmente scomparsa. Nell’ambito editoriale come anche nell’advertising, si sta assistendo da qualche tempo a un “throwback” (ritorno) dell’estetica di quegli anni, caratterizzata da un design stratificato e dattilografico, layout composti da una singola immagine spesso sagomata o con sfondo sfumato, titoli incisivi e un testo narrativo di supporto.

a approfonditamente il blog di AIGA (American Institute of Graphic Arts) , spiegando come la componente più riconoscibile di questa tendenza sia probabilmente l’uso di font serif come ITC Garamond Condensed o Editorial New – caratteri che solo pochi anni fa sarebbero stati relegati alla body copy, e certamente non sarebbero mai stati utilizzati come titoli con una traccia così stretta – così come l’occasionale grassetto sans come ITC Kabel.

Questa estetica è spesso associata alle prime pubblicità di Apple, che ne fu pioniera con la campagna di lancio del Macintosh del 1984, a New Balance e a case automobilistiche come Honda o Dodge.

           

La febbre anni Ottanta ha colpito in particolar modo il mondo della moda e del lifestyle (che sembra sempre trovare un nuovo stile visivo prima che arrivi ai beni di consumo e alla tecnologia). Il design in stile editoriale ispirato agli eighties è stato utilizzato nelle recenti campagne di Skims, Nike Yoga e Amélie Pichard, e in una serie di recenti collaborazioni con New Balance, tra cui Aime Leon Dore, Casablanca e Staud. La tendenza sta emergendo anche in alcuni nuovi marchi alimentari, come l’appena lanciato Graza o il marchio di bevande su misura Lark.

È probabile che sia la nostalgia a guidare questa rinascita. Si tratterebbe di una risposta a una serie di crisi (COVID-19, cambiamento climatico) che stiamo affrontando e che generano un desiderio collettivo per “tempi migliori”. I millennial che hanno vissuto la loro prima infanzia negli anni ’80 e quelli che hanno sperimentato i resti di quell’epoca all’inizio degli anni ’90, desiderano luoghi della loro memoria che li facciano sentire al sicuro e che ricordino loro l’amore e la protezione dei genitori. È probabile che questi stessi Millennials, che oggi hanno un’età compresa tra i 27 e i 42 anni, siano al timone di molti team creativi che attingono all’estetica editoriale degli anni ’80 per realizzare campagne pubblicitarie. Per quanto riguarda la Gen-Z, che non ha vissuto questi decenni in prima persona, c’è ancora una profonda romanticizzazione di questi periodi (e dell’estetica ad essi associata) come tempi più semplici, senza telefoni cellulari e scuole a distanza.