L’Assemblea dei soci ARGI, l’Associazione Fornitori Industria Grafica, ha eletto il nuovo Consiglio Direttivo e ha nominato Marco Marangoni, amministratore delegato di Heidelberg Italia, presidente dell’Associazione per il prossimo triennio. Lo abbiamo intervistato per un commento sulla nomina e sul futuro dell’Associazione.

Marco Marangoni, AD di Heidelberg Italia, nuovo presidente ARGI, ci dà il suo commento a caldo a questa nomina?

Sono molto orgoglioso di questa nomina e sono onorato di guidare per il prossimo triennio un’associazione come ARGI che opera da oltre 40 anni con successo nel nostro settore.

Dalla sua esperienza quale impronta e quale tone of voice intende dare all’Associazione?

Il mio intento è dare continuità all’eccellente lavoro svolto dai miei predecessori, Antonio Maiorano e Roberto Levi, che ringrazio per avermi supportato in questo percorso. Un obiettivo importante è quello di consolidare ulteriormente i rapporti di collaborazione anche con realtà che non fanno parte del consiglio direttivo ARGI e naturalmente di coinvolgere altre aziende per ampliare la rosa di associati. Ritengo che la pluralità di punti di vista e di partecipazione sia un valore importante.

La collaborazione tra aziende produttrici è oggi un trend consolidato, dalle strategie commerciali alla ricerca tecnologica. Qual è il ruolo di un’associazione come ARGI nel favorire queste sinergie?

Il ruolo di ARGI è fondamentale. L’associazione è il trait d’union naturale tra le aziende associate e, per estensione, tra i diversi attori della filiera. Lo abbiamo sperimentato concretamente con lo sviluppo dell’Osservatorio ARGI: uno strumento di grande valore che mette a disposizione dati affidabili, raccolti da consulenti ed esperti di settore. Questo permette alle imprese di operare su basi oggettive e crea un terreno comune per collaborazioni e strategie condivise. In questo senso ARGI è — e sarà sempre di più — una piattaforma di relazione.

Quali sono oggi gli obiettivi più urgenti che ARGI si è posta per sostenere gli associati?

Gli ambiti sono essenzialmente tre. Il primo è la formazione: da sempre ARGI lavora a stretto contatto con ENIP-GCT e stiamo definendo un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione per rafforzare il dialogo con scuole e istituti tecnici. La questione giovani è centrale: continuiamo a sostenere il Progetto Giovani e stiamo lavorando alla prossima edizione delle Olimpiadi della Stampa, un’iniziativa che fino a oggi ha avuto grande successo perché permette ai ragazzi di farsi conoscere dalle aziende — e alle aziende di incontrare nuovi talenti, un aspetto fondamentale soprattutto oggi.Un secondo fronte è l’ampliamento dell’Osservatorio ARGI: intendiamo creare nuovi gruppi di lavoro per estendere l’analisi ai comparti del wide format, del post-press del packaging e del converting.Infine, stiamo già lavorando all’edizione 2027 di Print4All: l’obiettivo è rafforzare la visibilità di questo evento non solo in Italia, ma anche in ambito europeo, sviluppando sinergie sempre più trasversali.

Al Printing Economic Forum sono stati presentati i risultati di mercato. Che lettura ne dà? E quale valore ha, secondo lei, un evento celebrativo come l’Oro della Stampa?

I dati presentati sono rassicuranti: indicano un mercato con spazi di crescita, e offrono stimoli per continuare a fare del nostro meglio. L’Oro della Stampa è un momento di ritrovo fondamentale per il nostro settore: l’edizione 2025 ha riunito aziende di comparti diversi, abbiamo visto salire sul palco anche realtà meno note ma di grande eccellenza. È un esempio di come si possa lavorare in modo trasversale, contribuendo a dare visibilità all’intera filiera.

Guardando al lungo periodo: quale ARGI immagina per il futuro?

Vorrei un’associazione più ampia, con un numero crescente di associati e un ruolo ancora più trasversale. Ci sono settori che oggi operano in altre realtà associative ma che potrebbero trovare in ARGI la loro casa naturale. Le associazioni, oggi più che mai, hanno una funzione essenziale: collegano le aziende tra loro e con le istituzioni, dando voce e rappresentanza a un settore complesso. Questo ruolo, a mio avviso, diventerà sempre più decisivo.