L’azienda del Gruppo Fedrigoni non rinnova 44 contratti, ma attua strategie vincenti contro il caro-energia

Per i sindacati e gli operai non è stata una comunicazione piacevole ma per l’azienda era in qualche modo prevista. A fine ottobre 2022 non sono stati rinnovati alla Cartiera di Cordenons (Gruppo Fedrigoni) 44 contratti a tempo determinato sui circa 60 stipulati a inizio anno con l’avvio del ciclo continuo. Sedici, invece, sono stati trasformati in tempo indeterminato per il turnover di pensionamenti e uscite volontarie. Dietro la decisione di non rinnovare i 44 contratti – secondo quanto riportato dalle Rsu che hanno incontrato l’azienda per la comunicazione – ci sarebbe non tanto il caro-energia, sebbene anche questo incida sulla produzione e i margini operativi, quanto un calo degli ordinativi dopo la ripresa di settembre, stimata dai sindacati attorno al 20%; calo che l’azienda considera fisiologico, successivo appunto all’esaurimento del picco di lavoro per cui era stata necessaria, nei mesi precedenti, ulteriore manodopera.

Quella che si vive nella cartiera di Cordenons – hanno spiegato i sindacalisti al Gazzettino – è una situazione sicuramente meno difficile rispetto a quelle che si vivono, con fermate produttive e cassa integrazione, in altre cartiere trentine a causa dei folli rincari dell’energia. E se i contratti a 44 persone destano preoccupazione si tratta comunque di operai specializzati con patentini per il muletto e specializzazione nel manovrare i carro ponte, che potrebbero essere riallocati in altre aziende del territorio.

Rispetto agli effetti del caro-energia, del resto, prima dell’estate l’AD del gruppo Fedrigoni – di cui fanno parte Cordenons (oggi myCordenons) e lo stabilimento trentino di Scurelle nel 2018 – Marco Nespolo aveva spiegato come una serie di interventi (efficientamento energetico, flessibilità nell’utilizzo degli impianti e aumenti dei listini del 10-12%) avevano permesso di ridurre gli effetti negativi del rincaro delle bollette di luce e gas. Non solo. Il settore in cui opera myCordenons (con complessivamente 234 dipendenti e circa 90 milioni di ricavi e dove negli ultimi anni sono stati investiti in energia green e nuove tecnologie da 3 a 6 milioni di euro), ovvero quello delle carte e cartoncini speciali per lusso e dell’alta moda, oltre, più recentemente, al packaging per i prodotti alimentari di alta gamma, risulta più reattivo all’andamento riflessivo del mercato e i clienti sono più disposti ad accettare un rialzo dei costi delle commesse.