L’emergenza pandemica ha colpito pesantemente tutti i Paesi del mondo, ma in particolare quelle zone economiche che erano già più fragili. In Italia, al fine di favorire la coesione nazionale e gli investimenti nelle zone più economicamente vessate dall’emergenza del Covid-19, la Legge di Bilancio per il 2021 (Legge 30 dicembre 2020, n. 178) ha quindi previsto importanti novità che hanno come oggetto linee di intervento e agevolazioni rivolte specificamente al Mezzogiorno. Le Regioni alle quali tali misure si indirizzano sono quelle del Centro e del Sud Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Alcune novità sono mirate ad estendere il perimetro d’azione delle agevolazioni, come ad esempio l’intervento sulla misura “Resto al Sud”: è stato elevato il limite massimo di età a 55 anni e così ampliata la platea dei possibili beneficiari. La misura sostiene le attività imprenditoriali e libero-professionali nelle Regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dagli eventi sismici del 2016 e 2017, attraverso un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese ammissibili e un restante 50% erogato a titolo di finanziamento bancario assistito da garanzia.

Fra le misure più interessanti va segnalata quella del Credito d’Imposta investimenti nelle Regioni del Sud che è stato prorogato al 31 dicembre 2022. L’agevolazione – cumulabile con il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali – può riguardare: investimenti iniziali (apertura di nuovi stabilimenti o ampliamento della capacità produttiva di unità esistenti) e l’acquisto di beni strumentali materiali. Il credito d’imposta è attribuito con intensità massima d’aiuto graduata a seconda delle dimensioni dell’impresa e può arrivare fino al 45% delle spese agevolabili per le piccole imprese, 35% per le medie imprese e 25% per le grandi imprese. Sono prorogate al 31 dicembre 2022 le aliquote speciali per gli investimenti nelle attività di Ricerca e Sviluppo svolte in strutture site nel Mezzogiorno. In luogo dell’ordinaria aliquota del 20% troviamo applicate le seguenti aliquote, modulate in funzione delle dimensioni dell’impresa: 45% per le piccole imprese; 35% per le medie imprese e 25% per le grandi imprese.

È prevista inoltre una riduzione del 50% dell’IRES a vantaggio delle imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle “Zone economiche speciali” (ZES). Il regime agevolativo spetta nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti agli aiuti “de minimis”, è valido per sei periodi d’imposta ed è condizionato al rispetto congiunto dei seguenti presupposti: mantenimento dell’attività per almeno 10 anni e conservazione dei posti di lavoro creati nell’ambito dell’investimento per almeno 10 anni. Opportunità che possono attrarre investitori del Nord e far spostare parte della produzione al Centro e al Sud, un volano in grado quindi di riequilibrare nel tempo il divario ancora consistente fra le aree produttive del nostro Paese.

Contenuto a cura di Ayming Italia

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