I nostri lettori sanno che per correttezza di informazione sia su stampamedia che sulle riviste del nostro Gruppo pubblichiamo notizie e articoli che testimoniano gli sviluppi dei dispositivi e dei software per la diffusione di contenuti in digitale, in alternativa quindi alla carta stampata. Ci sembra corretto riportare una notizia che raffredda un po’ gli animi dei sostenitori delle nuove tecnologie. Sul blog di Massimo Mantellini, (mantellini.it) giornalista di Nova, autorevole inserto tecnologico del Sole 24 Ore, in una notizia titolata “Ti amo meno” si riporta che Condé Nast starebbe ripensando, rallentandoli, i progetti per applicazioni su iPad. Probabilmente, si dice, per via del tiepido successo della versione digitale di Wired, GQ e compagnia. In linea con la notizia di Mantellini è il commento apparso nella nuova rubrica tenuta da Luca Pianigiani, editore di Jumper Photo Magazine, all’interno della prestigiosa testata online “Il Colophon”, pubblicata da Simplicissimus. Nel suo articolo intitolato “Riviste digitali in retromarcia?” Pianigiani sottolinea un curioso paradosso: se da un lato l’hardware si evolve, dall’altro le ultime riviste digitali uscite nel mondo stanno gradualmente regredendo. “Facendo pubblicazioni sempre più povere per evitare costi non si farà decollare il business, semmai lo si uccide sul nascere”. Da qui una serie di utili suggerimenti per disegnare riviste digitali di successo: Un’altra questione “calda” sollevata da Pianigiani riguarda le pubblicità per le riviste digitali. Chi le produce e chi le produrrà? Un interrogativo tutt’altro che banale se si pensa che non esiste al momento un formato standard nel quale realizzare le pubblicità e, probabilmente, nella maggior parte dei casi le agenzie di pubblicità hanno qualche difficoltà a produrre pubblicità evolute per “riviste evolute”.
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