In pensione prima per favorire il ricambio generazionale nelle aziende di stampa e nelle redazioni. È stato presentato un emendamento sui prepensionamenti di poligrafici e giornalisti alla legge di bilancio, depositato lunedì 9 dicembre in commissione Bilancio del Senato: ammonterebbero a 90 milioni di euro in otto anni le risorse a disposizione. Il testo della Legge di Bilancio 2020 deve essere approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre 2019, giorno in cui deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entrando dunque in vigore.

La riforma era stata in qualche modo annunciata a inizio novembre dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella, che nel corso di un’audizione in commissione Cultura della Camera, aveva detto: «La misura dei prepensionamenti è in fase di perfezionamento. Le risorse per rifinanziare la legge 416 ci sono, si potrà trovare un’intesa e fare in modo che a questo intervento, necessario per le difficoltà che ci sono nel settore, corrisponda un turnover consistente. Io proporrei una percentuale di due a uno». La dichiarazione arrivava all’indomani della cancellazione dei fondi da parte del ministero dell’economia per la mancanza di adeguata copertura, a quanto pare dovuta a una lacunosa informativa da parte del Ministero del lavoro che non avrebbe specificato che i fondi per finanziare i prepensionamenti erano già stanziati dal fondo per il pluralismo. Ma usciti dalla porta, i soldi per i prepensionamenti sembrano rientrare dalla finestra.

Secondo quanto riporta Prima Comunicazione Online, per quanto riguarda i poligrafici dal 2020 al 2023 ci sarebbe la possibilità di andare in pensione per quei lavoratori con almeno 35 anni di contributi, attivi in “imprese stampatrici di giornali quotidiani, di periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale che abbiano presentato tra il primo gennaio 2020 e il 31 dicembre 2023 piani di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale in presenza di crisi”. Si procede quindi allo stanziamento di 6,1 milioni di euro per il 2020, 10,2 milioni per il 2021, 11,7 per il 2022, 12,5 per il 2023, 11,6 milioni per il 2024, 7,6 per il 2025, 4,4 per il 2026 e 0,3 milioni per il 2027.

Per quel che riguarda invece i prepensionamenti dei giornalisti professionisti, ci sarebbero 7 milioni di euro per il 2020 e 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2027, “con conseguente aumento dei limiti di spesa” finora previsti. Potranno accedere ai prepensionamenti quelle aziende che “abbiano presentato dopo il 31 dicembre 2019 piani di ristrutturazione o di riorganizzazione aziendale” e che assumano almeno una persona a tempo indeterminato di età non superiore ai 35 anni per ogni due lavoratori che vanno in pensione.

 

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