Un’edizione record quella che si è tenuta dal 25 al 28 settembre presso il quartiere fieristico di Bruxelles: 679 espositori, di cui 198 “new entries”, su una superficie pari a 38.500 metri quadri che occupava in totale nove padiglioni, il 12% in più rispetto al 2015. Dati in crescita anche sul fronte dei visitatori, provenienti da 139 Paesi: 37.724, il 5,6% in più se paragonati ai 35.739 del 2015, con nutrite delegazioni da Brasile, Cina, India e Giappone.

Se le etichette continuano a rappresentare il cuore pulsante dell’evento, si sta assistendo negli anni a una diversificazione del tessuto espositivo, che abbraccia sempre più aziende attive nella stampa del packaging flessibile, con un appeal maggiore per i brand owner e gli stampatori a banda larga. Con il 25% in più di macchine funzionanti, Labelexpo 2017 è stato il trampolino di lancio per un gran numero di nuove soluzioni da parte di molti produttori di macchine leader nel settore delle etichette. Quest’anno l’inkjet è stata senza dubbio la tecnologia protagonista, non solo a livello di stampa, ma anche di nobilitazione. Il digitale, che è senza alcun dubbio in crescita, gioca un ruolo importante anche nelle macchine ibride, in cui le unità inkjet si affiancano a gruppi flexo, offset o serigrafici, con l’obiettivo di creare etichette complesse e nobilitate in un singolo passaggio.

 

Oggi la stampa digitale rappresenta il 9,7% del valore del mercato in Europa: il 76% è costituito da sistemi a baser toner, mentre il 24% da soluzioni inkjet/ibride.

Se si analizza, invece, la domanda di etichette a livello internazionale (fonte: AWA –Alexander Watson Associates – 2016), si ha la conferma che le etichette autoadesive fanno la parte del leone con un 40%, seguite dalle etichette acqua e colla (36%), quelle sleeve (18%), in-mold (2%) e altre (4%). Altro dato curioso: il continente che nel 2016 ha “consumato” la maggior quantità di etichette è l’Asia con il 43% dei volumi. Con un discreto distacco seguono Europa (25%), Nord America (19%), Sud America (9%) e, infine, Africa e Medioriente (4%).