Una stampante 3D per far diventare il “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti un omaggio alla commedia all’italiana. Ottantacinque ore di stampa e quattro giorni di montaggio hanno portato sul palco del Teatro alla Scala di Milano una copia perfetta di un’auto d’epoca su cui è salita, come una diva degli anni Cinquanta, il soprano Rosa Feola. Da un’idea del designer Florian Boje, partner dello studio Giò Forma, la (finta) macchina è stata realizzata da Colorzenith, fornitore di servizi di stampa dotato della stampante Massivit 3D.

La produzione teatrale, firmata dal regista Davide Livermore, ha voluto calare l’opera di Donizetti nelle atmosfere degli anni Cinquanta. In particolare, l’idea di usare un’auto è ispirata a una scena del film Il Sorpasso del 1962, in cui Vittorio Gassmann e Jean-Louis Trintignant sfrecciano per le strade di Roma a bordo di una Lancia Aurelia decapottabile B24. In teatro l’espediente teatrale per tradurre l’idea di movimento e di velocità mostrata dalla pellicola sarebbe stato far volare l’automobile, sospendendola da terra con dei cavi invisibili al pubblico.

Ma come realizzare questa scenografia? Impossibile acquistare una vera auto d’epoca: troppo costosa e troppo pesante per poter essere sollevata da terra. Impraticabili anche il polistirene e il legno, per i tempi di realizzazione. La soluzione si è rivelata la stampa 3D. Il Teatro alla Scala aveva già lavorato con Colorzenith, un’azienda fornitrice di servizi di stampa di grande formato nel settore da 60 anni. Per loro risale al 2017 l’acquisto della 3D Massivit 1800, che ha permesso di creare la copia fedele della Lancia del film di Dino Risi.

L’azienda milanese ha collaborato con lo studio Giò Forma per progettare e stampare l’auto in scala 1:1, per una lunghezza di 4,5 metri e un’altezza di un metro e mezzo. “Sarebbe stato impossibile costruire la stessa macchina con un’altra tecnologia”, ha commentato Florian Boje. Il designer considera la stampa 3D uno strumento prezioso per il futuro del palcoscenico e della scenografia per dare vita progetti indipendentemente dal fattore tempo o da quello economico: “Se guardassi indietro, potrei trovare un gran numero di rappresentazioni che avremmo potuto realizzare più facilmente e velocemente con la stampa 3D”, ha aggiunto.