Immaginate di poter stampare circuiti elettronici su un semplice foglio di carta, con una stampante a getto d’inchiostro e un inchiostro un po’ speciale, al grafene. E poi di utilizzare la vostra stampata per far funzionare qualsiasi dispositivo di elettronica di consumo, con la possibilità alla fine del ciclo di vita di smartphone e di computer, poter smaltire tutto con facilità. Ecco, ora non è più fantascienza.

Infatti quanto vi abbiamo chiesto di immaginare è già allo studio. Grazie a un finanziamento europeo, il professor Gianluca Fiori, docente di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, potrà proseguire il progetto di ricerca con i contributi dall’Europa e un ERC Consolidator Grants, per i prossimi cinque anni.

Lo studio sarà condotto in collaborazione con l’Università di Manchester e riguarda le applicazioni di materiali bidimensionali come appunto il grafene nel campo dell’elettronica per costruire circuiti che in un futuro potranno essere stampati anche su supporti flessibili, finanche sulla carta. 

Così spiega il progetto il professor Fiori: “Grazie alla collaborazione con l’Università di Manchester, insignita del premio Nobel 2010 per le ricerche sul grafene, possediamo degli inchiostri ricavati da questo materiale del tutto simili agli inchiostri delle nostre stampanti, ma con proprietà elettroniche eccellenti. Questa tecnologia può aprire la porta a innumerevoli applicazioni, che vanno da etichette intelligenti per l’industria 4.0 a dispositivi biomedicali per l’analisi dei segnali biometrici, a metodi smart anti contraffazione, giusto per citarne alcune”.

 

E’ solo l’inizio, ovviamente, ma di sicuro dovremo spostare un po’ più in là ancora una volta l’immaginario collettivo e infatti, come accade per ogni ricerca di base, è lecito poi sognare applicazioni ancora più pervasive rispetto a quelle delineate in prima battuta ai fini della ricerca.