“Dopo anni di crisi e aziende che in un modo o nell’altro hanno dovuto tutte sottoporsi a una ristrutturazione, in Emilia si comincia a vedere una sostanziale tenuta, a tratti anche qualche segnale positivo.  Nell’ultimo trimestre del 2013 e in questo inizio d’anno c’è una tendenza alla stabilità e a un timido ottimismo. Non voglio dire che il momento critico sia passato, ma in regione grazie all’export si respira finalmente un certo dinamismo”. Cautela d’obbligo però anche qualche spicchio d’azzurro tra le nuvole, secondo Massimo Pellegrini, presidente dell’Associazione Poligrafici Modenesi, ceo di Legraf e presidente di Legotecnica. Un po’ di movimento in alcuni settori storici del manifatturiero emiliano e dell’agroindustriale sta sostenendo il settore stampa e comunicazione. L’alimentare è tra questi, con i liquori e il vino a tirare la ripresina (vedi il boom del Pignoletto, il bianco dei Colli bolognesi) e creare nuovo business con packaging, etichette e cataloghi. “Alleati” della stampa-grafica sono anche la moda, le industrie meccaniche, la ceramica che rialza la testa dopo anni di depressione… “Negli ultimi mesi stiamo verificando non solo un rallentamento della discesa – aggiunge Pellegrini – ma qualcosa in più, in linea con la dinamica di aziende che si riprendono dopo la ristrutturazione, tornano all’estero e hanno bisogno di imballaggi e prodotti stampati. Purtroppo continua invece l’effetto della crisi dei consumi interni, con il dato preoccupante della grande distribuzione”. Anche i grandi player infatti cominciano a ridurre gli acquisti, e con i volumi calano anche i margini. Il crollo degli acquisti nella GDO danneggia i prodotti a minor valore aggiunto, come l’editoria commerciale e i volantini promozionali. E ciò nella stampa-grafica porta a ciò che Pellegrini definisce “l’incattivimento di una fase dura, cruda e conflittuale”. Una guerra tra poveri aggravata dalle leggi che regolano le procedure di crisi, come abbiamo chiarito a proposito degli effetti perversi dei concordati “in bianco”. Da sottolineare che sono stati tutt’altro che riassorbiti i danni del terremoto del 2012: in una zona di piccole e medie imprese le ferite sono difficili da rimarginare, anche se tutte hanno manifestato la volontà di ripartire e di riconquistare le posizioni. “Nel frattempo però il mercato è cambiato in peggio e le aziende hanno dovuto riposizionarsi e cercare in se stesse le energie per non arrendersi e tornare in pista”, dice Pellegrini. “In Emilia Romagna sono stati gli imprenditori stessi a metterci i loro patrimoni personali per affrontare situazioni finanziarie determinate da sei anni di crisi – spiega il presidente dei poligrafici modenesi –. Sotto il profilo etico è un valore aggiunto: siamo orgogliosi di avere imprenditori consapevoli delle proprie responsabilità, con alle spalle una storia in cui famiglia e azienda sono tutt’uno e l’impegno a continuare non viene mai meno”. Pellegrini non si nasconde però che di cose da cambiare ce ne sono anche nel settore: “Il nostro impegno dovrebbe andare oltre le preoccupazioni quotidiane. La crisi ha portato molta sofferenza e ci ha costretti ad abbassare lo sguardo, mentre dovremmo trovare il tempo e la voglia di guardare oltre – conclude –: vederci già nel dopo crisi, credere nelle aggregazioni senza timore, fare ricerca, inventare prodotti nuovi, puntare all’estero”.